LA POLITICA METTE LE “ALI” AGLI AVVOCATI D’AFFARI
Non si spegne il sacro fuoco della politica attiva tra gli avvocati d’affari. Li avevamo lasciati sotto le macerie di Fare, dopo le politiche del 2013. Il partito aveva perso il suo leader, Oscar Giannino, spazzato via dalle polemiche sugli inesistenti titoli accademici di cui si era fregiato, a pochi giorni dalla consultazione elettorale.
Poi, consumato il divorzio da Michele Boldrin (rimasto plenipotenziario del partito che voleva fermare il declino), Alessandro De Nicola (socio della law firm amerciana Orrck e presidente dell’Adam Smith Society), Alberto Saravalle, partner di Bonelli Erede Pappalardo; Silvia Enrico, co-fondatrice di 4Legal ed ex presidente di Fare dopo le dimissioni di Giannino; Maricla Pennesi, socio tributarista dello studio Dla Piper; Alberto Pera, partner dello studio Gianni Origoni Grippo Cappelli; e Andrea Tavecchio di Tavecchio & Associati, si sono ritrovati in Italia Aperta, un think tank di prospettiva liberale volto a «promuovere l’efficienza dell’economia di mercato, la concorrenza e la libera iniziativa, lo Stato di diritto e la libertà civile, politica ed economica».
«Non saremo mai un partito», dicevano i promotori dell’iniziativa a giugno 2013. E, in effetti, così è stato. Perché il partito, pardon, l’associazione è rinata con un altro nome: Ali, Alleanza Liberaldemocratica per l’Italia. E tra i suoi attivisti c'è anche Giannino. Tutti insieme, dinuovo e appasionatamente. Passione politica, of course.
Coordinatore dell’associazione è Enrico che ha fatto gli onori di casa in occasione del primo congresso tematico organizzato nei giorni scorsi a Napoli. Un evento al termine del quale, Ali, LibMov e Rete Liberale hanno deciso di lavorare alla loro fusione per dare vita a un unico soggetto culturale presieduto da Pietro Ichino che, per il momento (domani chissà), conserva la tessera di Scelta Civica.
L’obiettivo? Costruire un movimento politico che ponga le libertà individuali al centro del programma. Ma non un partito. Almeno per ora. Anche se alle prossime Europee, Ali intende giocare un ruolo. In che modo? Lo ha spiegato Enrico in un’intervista a Formiche.it: «Non faremo mancare il nostro appoggio a quei candidati che o sono aderenti ad ALI oppure riflettono le nostre idee, i nostri valori e il nostro stile di comportamento, indipendentemente dal fatto che siano nella lista ALDE (gruppo parlamentare europeo) o in quella di Scelta Civica». Chi vivrà, vedrà.