La Golden Power al tempo della crisi
di giuseppe salemme
Nell’arco degli ultimi cinque anni, il numero di notifiche per l’avvio delle istruttorie golden power è letteralmente esploso. Siamo passati dalle 30 del 2017 alle quasi 500 del 2021 (496, per la precisione). È stato in particolare il 2020 pandemico l’anno dell’impennata, con l’ampliamento dell’ambito applicativo della disciplina che ha fatto quadruplicare il numero di notifiche (ben 342, rispetto alle 83 del 2019). Nel 2022, anno in cui tra l’altro la normativa golden power compie dieci anni, gli esperti non prevedono un’inversione della tendenza. E forse è anche per questo che il Governo ha recentemente deciso di integrare alcuni punti della disciplina.
Cinque articoli del cosiddetto decreto Ucraina (dl n. 21 del 21 marzo 2022, convertito dalla legge n.51 del 20 maggio 2022), sono infatti dedicati alla “ridefinizione”, “semplificazione” e “potenziamento” del golden power: l’istituto che permette alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di intervenire tramite veto o altri poteri prescrittivi su quelle operazioni societarie o finanziarie potenzialmente capaci di pregiudicare l’interesse nazionale in alcuni settori strategici (ad esempio difesa, sicurezza nazionale, telecomunicazioni, trasporti ed energia): il più delle volte, nella pratica, il golden power è usato per proteggere aziende, beni e infrastrutture per i quali l’ingresso di capitali stranieri (ad esempio per mezzo dei cd. fondi sovrani, diretta emanazione degli stati esteri) metterebbe a rischio gli interessi del Paese. Uno strumento la cui importanza si comprende soprattutto in una fase geopolitica delicata come quella attuale.
WHAT’S NEW
Il decreto Ucraina interviene sulla normativa golden power secondo due direttive principali: quella dell’estensione dei poteri del CdM e quella dell’aggravio degli obblighi di notifica per le società attive nei settori oggetto di vigilanza. Ma le due novità più importanti sono di stampo procedurale, e sembrano proprio dirette a mitigare e gestire l’incremento delle notifiche.
A tal fine, è stato previsto in primis un meccanismo che permette alle operazioni poco problematiche di saltare il passaggio in CdM qualora il gruppo di coordinamento per la golden power voti all’unanimità in tal senso. Dello stesso stampo la previsione della possibilità di “prenotificare” le operazioni soggette a vigilanza, instaurando in tal modo un dialogo anticipato con il Governo per ottenere una valutazione preliminare sulla loro autorizzabilità.
Interpellati in merito a questi sviluppi normativi, i professionisti quotidianamente impegnati sulla golden power hanno espresso tutti un parere per lo più positivo: «Si tratta di scelte in linea con quelle di altri Paesi» spiega l’avvocato partner di Chiomenti Giulio Napolitano «che peraltro rappresentano una semplice normativizzazione di prassi già in atto. L’impatto di queste misure andrà comunque valutato nei mesi a venire». Mancano ancora infatti i decreti attuativi che dettaglieranno il funzionamento delle nuove procedure, che in astratto potrebbero presentare qualche problema applicativo. Un esempio è portato da Antonio Lirosi, partner di Gianni & Origoni (Gop): «Se la prenotifica viene fatta a uno stato ancora embrionale dell’operazione, l’accordo sottoposto al vaglio ministeriale rischia di essere diverso da quello concluso successivamente: questo potrebbe creare problemi. Occorrerà valutarne il funzionamento in concreto».
DEAR PRUDENCE
Due sono i fattori all’origine del boom di operazioni notificate…
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