La crisi dellimpresa nella prospettiva del creditore sociale spiegata da Maschietto Maggiore
Il secondo appuntamento dei seminari organizzati dallo Studio legale Maschietto Maggiore, intitolato “La crisi dell’impresa nella prospettiva del creditore sociale”, tenutosi ieri presso la sede dello Studio a Milano, ha visto l’Avv. Katja Besseghini (in foto) e l’Avv. Ruggero De Simone – rispettivamente socio e collaboratore dello Studio Maschietto Maggiore – relazionare ai presenti le diverse procedure di gestione della crisi dell’impresa e dell’insolvenza che oggi attribuiscono opportunita? quasi illimitate per l’imprenditore indebitato, ma che possono costituire o essere percepiti come una minaccia per le controparti commerciali e per i creditori sociali piu? in generale. Il seminario ha permesso di esaminare, con approccio pratico e traendo spunto da casi concreti, le posizioni dei creditori concorsuali e dei partner commerciali nella conduzione degli affari con l’imprenditore in crisi e nei rapporti con le procedure concorsuali nell’ottica della salvaguardia possibile del credito e delle prerogative contrattuali, con particolare attenzione agli scenari concordatari post riforma. L’istituto del concordato, come rivisitato dal Governo Monti con il Decreto Legge 83/2012, consente alle aziende in carenza di liquidità di depositare un ricorso contenente la domanda di ammissione alla procedura riservandosi di presentare in un momento successivo la proposta ai creditori, il business plan, l’asseverazione; momento che sarà fissato dal Giudice entro 60-120 giorni e prorogabile per ulteriori 60 giorni. Durante questo periodo è garantita la prosecuzione dell’attività aziendale. Il concordato in continuità, in particolare, permette la ricollocazione di un ramo aziendale e la contestuale salvaguardia dell’occupazione.
"Le domande di avviamento delle procedure concordatarie sono aumentate esponenzialmente nel corso degli ultimi mesi – spiega l’Avv. Katja Besseghini – proprio in seguito alla riforma dello scorso anno. Nell’attuale clima di incertezza per l’andamento economico, procedure come il concordato preventivo, considerate fino a poco tempo fa troppo estreme, possono costituire per le imprese una potenziale ancora di salvezza in quanto salvaguardano la continuità aziendale nell’interesse dello stesso imprenditore, dei dipendenti e dei creditori. Purtroppo questa procedura – prosegue l’Avv. Katja Besseghini – così come è stata concepita dal legislatore offre spazi ad abusi, in quanto consente il “saldo e stralcio” delle posizioni debitorie, diventando così anche mezzo di concorrenza sleale. Tutto questo a scapito della maggioranza delle imprese che opera in modo corretto tra le mille difficoltà della crisi, con un ulteriore impatto negativo nel rapporto con le banche, che sono portate a irrigidire ulteriormente le condizioni di accesso al credito".