INFLAWENCERS: avvocati, comunicazione e social. Si diffonde il fenomeno

di giuseppe salemme

Uno scienziato particolarmente saggio disse una volta che l’accettazione di ogni novità rivoluzionaria si compone di tre fasi. Prima viene negata; poi si sostiene contrasti con la Bibbia. E infine si la si minimizza perché, in fondo, “si era sempre saputo”.

La scoperta dei social network da parte degli avvocati può essere forse ricondotta al medesimo percorso. Peraltro non ancora concluso: se i “negazionisti” duri e puri diminuiscono, in molti continuano ad avere dubbi sulla compatibilità di una regolare attività social, svolta in prima persona, con i principi della deontologia professionale (la “Bibbia” di categoria, appunto). Dubbi, peraltro, sempre più superati anche dagli stessi Ordini, la cui presenza online cresce e si dipana in maniera ormai costante.

MAG ha voluto raccontare di quei professionisti che sui social ci mettono faccia, lavoro e competenze, e si creano un seguito (se non una vera e propria community) parlando di leggi, contratti e sentenze. Chi è un minimo avvezzo al mondo del web e alle sue logiche, capirà che non si tratta della più “pop” delle scelte; eppure funziona.

Le storie che vi racconteremo, infatti, sono tutte storie di successo. Nonostante siano tutte differenti, sia in termini di bacino d’utenza sia in termini di approccio: ci sono gli avvocati di lungo corso e quelli esordienti; c’è chi vede l’online come un “di più” rispetto alla professione e chi lo ha reso il fulcro della sua attività; chi ha milioni di contatti e chi qualche migliaio; chi parla di politica o di vita privata e chi no. E c’è anche chi si trova sui social “per riflesso”, in quanto è lì che si trovano tutti i suoi clienti.

Sono quindi storie fresche, variegate e interessanti, che possono insegnare senz’altro qualcosa a chiunque faccia questo mestiere.

In primis, insegnano quanto sia importante non, banalmente, “comunicare”, ma saper comunicare. Saper adattare il proprio registro comunicativo a chi abbiamo di fronte, anche se solo virtualmente, diventerà una skill sempre più imprescindibile per l’avvocato moderno: dopotutto, il rapporto con il cliente per un avvocato è tutto. E se tutti sono sul web e vivono sui social, è inevitabile che gli avvocati debbano seguire: qualche studio legale, come vedremo, se n’è già accorto.

Ma dietro a questa componente, se vogliamo puramente “market-oriented”, se ne nasconde un’altra, ancora più elevata e importante: saper comunicare con un pubblico vasto come quello dei social significa riaffermare il ruolo dell’avvocato come ponte tra governo e governati, tra istituzioni lontane e cittadini persi, tra un legislatore criptico e un popolo che rispetto alle leggi deve rivendicare un ruolo attivo: non solo rispettarle, ma capirle e sentirle proprie. Non sappiamo se questi pionieri inflawencers possano davvero diventare il primo tassello di una nuova ridemocratizzazione del diritto.

Il tempo ce lo dirà. Ma quando (e se) lo farà, probabilmente non sorprenderà nessuno. Dopotutto, “si era sempre saputo”. …

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nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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