INFEDELE DICHIARAZIONE, BEP E ALLEVA CON PRADA
Nuovo nodo da sciogliere sul fronte fiscale per Prada. Dopo aver chiuso, grazie a un'operazione di voluntary disclosure, il trasferimento dall'Olanda all'Italia della holding e il versamento di 470 milioni all'Agenzia delle Entrate, il procedimento che era stato avviato dall'amministrazione tributaria, si potrebbe aprire un fronte penale. Secondo quanto riferito da La Repubblica il 10 gennaio, infatti, i nomi di Patrizio Bertelli e Miuccia Prada sono finiti in un fascicolo della Procura di Milano con l'accusa di «infedele dichiarazione dei redditi». Il presidente e la stilista del gruppo hanno affidato la propria difesa a Stefano Simontacchi, co managing partner di Bonelli Erede Pappalardo (che aveva curato la procedura di volutary disclosure) e al penalista Guido Alleva. I legali, secondo il quotidiano diretto da Ezio Mauro reputano un passaggio scontato il fascicolo aperto dalla procura milanese dopo la procedura di voluntary disclosure anche perchè «gli atti di adesione in ragione del superamento delle soglie di rilevanza penale sono stati trasmessi d'ufficio alla Procura della Repubblica di Roma, come previsto dalla legge».
I legali, inoltre, hanno fatto sapere che «allo stato non risulta che ci siano state iscrizioni nel registro degli indagati» e ritengono di poter concludere positivamente anche la pendenza penale. Peraltro, «le norme di cui si attende l'entrata in vigore in materia di voluntary disclosure dovrebbero essere applicabili» anche a questo caso e comportarne la depenalizzazione.