Incentivi rinnovabili, Dla Piper nella sentenza del CdS che chiarisce i limiti dei poteri di controllo del Gse
Con la sentenza n. 4695 del 27 maggio 2024, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso promosso da un operatore spagnolo, assistito dallo studio legale Dla Piper con un team composto dalla partner Germana Cassar (nella foto a sinistra) e dall’avvocato Michele Rondoni (nella foto a destra), chiarendo i limiti dei poteri di verifica e controllo del Gestore servizi energetici (Gse).
In particolare, ha statuito il Consiglio di Stato, il Gse non può esercitare il potere di decadenza dagli incentivi nel caso in cui pretenda di rimettere in discussione elementi in precedenza già positivamente accertati nel corso di un sopralluogo avvenuto dieci anni prima e sulla cui base lo stesso Gse aveva riconosciuto il diritto dell’operatore ad ottenere la tariffa incentivante.
Un ulteriore aspetto particolarmente valorizzato dai giudici è che, in tale contesto, il Gse non può esercitare neppure il potere di annullamento in autotutela dell’ammissione agli incentivi, non ricorrendo il presupposto del termine ragionevole decorsi 12 mesi dall’ammissione.
In assenza di un provvedimento (legittimo) di decadenza, l’istituto della “decurtazione” degli incentivi introdotto dall’art. 42 comma 3, secondo paragrafo del D.lgs 28/2011 e recentemente oggetto di implementazione con il Regolamento del Gse del 23 dicembre 2023, non è applicabile, dovendo il Gse riammettere l’operatore all’incentivo come originariamente riconosciuto.