In crescita la spesa in tecnologia degli avvocati: +2,9%
Nel 2021 avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro hanno investito complessivamente 1,76 miliardi di euro in tecnologie digitali, con un aumento del 3,8% rispetto all’anno precedente.
Una forte differenza, però, si evidenzia considerando le dimensioni degli studi professionali. Tra le micro realtà, ben l’11% non ha investito nulla in ICT e solo l’1% ha destinato più di 10mila euro, mentre tra gli studi piccoli, medi e grandi solo il 3% non ha investito in tecnologia e il 22% investe più di 10mila euro. Tra i diversi settori, gli studi multiprofessionali sono quelli che spendono di più per il digitale (in media 25.050 euro), in linea con il 2020, gli avvocati hanno visto un aumento degli investimenti del +2,9% (8.950 euro medi), i consulenti del lavoro del +2,5 (10.350 euro), mentre i commercialisti hanno visto scendere gli investimenti in ICT del -5,4% (11.450 euro).

Ad essere stati più penalizzati dalla pandemia, anche a causa della chiusura dei tribunali e del rallentamento delle attività giudiziarie, sono soprattutto gli avvocati: solo per uno studio legale su due il 2021 è stato più favorevole del 2020.
Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale della School of Management del Politecnico di Milano, condotta su un campione di oltre 1700 studi di avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro e presentata oggi durante il convegno “Studi professionali: dal valore le indicazioni per lo sviluppo”.
Di fronte alle domande sul futuro della professione gli avvocati risultano i più pessimisti (69%), seguiti dai commercialisti (58%) e dai consulenti del lavoro (51%). Più positivi rispetto al futuro sono gli appartenenti agli studi multidisciplinari, tra cui i pessimisti sono il 46% del totale. Chi ritiene che non cambierà nulla al massimo raggiungono il 14% (multidisciplinari), mentre i più fiduciosi sono i consulenti del lavoro (42%) seguiti dagli Studi multidisciplinari (40%), dai commercialisti e dagli avvocati (30% e 29% rispettivamente).