IL RUOLO DELLE PROFESSIONI PER LA SUSSIDIARIETA’

Nel principio di sussidiarietà si colloca oggi una delle cifre del vero riformismo. Formule moderne come quella della Big Society o della New Governance sono costruite sul principio di sussidiarietà. In Italia c’è ancora molto da fare per valorizzare questo principio in tutta la sua potenzialità.

Il disegno di legge elaborato dagli ordini professionali di Milano – avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro e notai – in collaborazione con il professor Luca Antonini (in foto) , si propone l’obiettivo di aprire una prospettiva nuova nel processo di modernizzazione dello Stato e riduzione della burocrazia. Non per sostituire lo Stato nei suoi compiti essenziali, ma per sgravarlo da quelle funzioni che possono essere efficacemente svolte da soggetti della società civile e permettere allo Stato e alle Pubbliche Amministrazioni di concentrarsi su una nuova e più efficace azione pubblica. Uno dei problemi che soffoca il nostro Paese è, infatti, l’eccesso di burocrazia, che colloca l’Italia negli ultimi posti nelle graduatorie internazionali sulla libertà economica.

Il progetto è finalizzato a rivalutare in chiave di sussidiarietà il ruolo delle professioni, potenziando e valorizzando una direzione che nel nostro ordinamento in tempi recenti è già maturata, ma solo parzialmente. Per esempio, i notai dal 2003 svolgono quelle funzioni di omologazione degli atti costitutivi delle società che prima erano esercitate dai Tribunali: il principale effetto di questa attività è la riduzione del carico di lavoro dei Tribunali stessi e dei tempi necessari alle società per poter esercitare la propria attività d’impresa. Valorizzando questa prospettiva si possono conseguire nuovi importanti risultati. Molto si può ancora fare, assumendo come modello quanto avviene in altri Paesi.

Le linee guida del disegno di legge si sintetizzano nello sgravare di alcune funzioni i due grandi sistemi, la giurisdizione e l’amministrazione, che nel tempo sono stati oberati di compiti, spesso eccedenti il loro specifico ruolo fino al punto di non essere più in grado di svolgerli in tempi adeguati. Questo disegno di legge suggerisce pertanto una revisione dei sistemi giurisdizionale e amministrativo sulla base del principio di sussidiarietà, che viene declinato secondo i due corollari dell’innovazione/semplificazione e dell’ablazione.

Le parole chiave

Sussidiarietà: per rinnovare il sistema occorre delegare le funzioni che possono essere svolte dai soggetti con caratteristiche di terzietà.

Innovazione/semplificazione: non si tratta soltanto di togliere funzioni ad un apparato pubblico oberato, ma anche di identificare soluzioni che possano determinare semplificazioni e/o maggiore efficienza rispetto a problemi sentiti da cittadini e imprese, che non trovano adeguate risposte nel contesto attuale.

Ablazione: oggi i nostri apparati svolgono funzioni che di per sé non attengono all’amministrazione o alla giurisdizione, perché non hanno un carattere decisionale, ma soltanto certificativo, accertativo o di mero controllo della sussistenza di requisiti.

Le implicazioni concrete di questa prospettiva riformista si colgono attraverso i titoli in cui si articola il disegno di legge:

Titolo I: semplificazioni in materia di impresa
Titolo II: deflazione per ablazione del carico giudiziario
Titolo III: semplificazioni in materia di diritto civile
Titolo IV: innovazioni in materia di successione

Il Titolo I è dedicato alle semplificazioni in materia di impresa che si possono ottenere valorizzando la professionalità dei consulenti del lavoro in merito alla asseverazione delle regolarità contributive, così come nel ruolo di tutor aziendale. Il ruolo dei commercialisti viene invece valorizzato nel campo della certificazione tributaria, un istituto introdotto una decina di anni fa, ma sostanzialmente fallito perché costruito con troppi obblighi e pochi vantaggi.

Il Titolo II è dedicato alla deflazione, per ablazione, del carico giudiziario attraverso la sussidiarietà. E’ noto come uno degli aspetti maggiormente critici del nostro sistema sia l’eccessiva durata dei processi: in particolare, i tempi lunghi della giustizia civile italiana (l’Italia è al 156° posto su 181 Paesi analizzati dalla World Bank; la Germania è al 9° posto) deprimono la nostra competitività.
Il disegno di legge espone alcune misure legislative che, coerentemente col fine di scaricare l’autorità giudiziaria di compiti inessenziali per la giurisdizione, sono in grado di assicurare immediatamente all’ordinamento giudiziario un efficiente outsourcing di alcune attività attraverso l’esercizio della funzione del notaio o dell’avvocato, soggetti in grado di garantire la necessaria terzietà. Si tratta di misure di prudente deflazione del carico di attività non necessariamente riservate al giudice o all’amministrazione giudiziaria: la legge prevede già alcune ipotesi di semplificazione, che vanno però ampliate e/o rafforzate.
Con il disegno di legge si propongono, ad esempio:
1) la raccolta dei mezzi di prova, della testimonianza scritta e della testimonianza o dell’ispezione preventiva da parte del notaio o all’avvocato, su accordo delle parti;
2) la notifica, da parte degli avvocati, degli atti di intimazione a testimoniare, degli atti di pignoramento presso terzi e di pignoramento immobiliare;
3) l’emissione, sempre da parte degli avvocati, di decreti ingiuntivi (rimane, peraltro, la competenza del Giudice per le opposizioni ai decreti ingiuntivi);
4) la semplificazione della procedura di rilascio delle copie in forma esecutiva;
5) la devoluzione al notaio del compito di valutare l’esistenza delle condizioni previste dalla legge per il compimento di atti da parte degli incapaci, semplificando l’attuale sistema autorizzatorio, deflazionando nello stesso tempo il carico giudiziario e facendo salva per le parti la possibilità di rivolgersi all’autorità giudiziaria;
6) ulteriore ambito in cui agisce il presente disegno di legge è quello relativo all’Apostille,
adempimento previsto per gli atti che devono essere utilizzati all’estero. La verifica dell’autenticità della firma del notaio e della sua pubblica funzione verrebbe attribuita ai Consigli notarili distrettuali.

Queste soluzioni, che per l’Italia sarebbero innovazioni, in altri Paesi sono già applicate. A garanzia del corretto funzionamento di queste innovazioni si prevede, peraltro, uno stretto controllo da parte degli Ordini professionali.
In sintesi, attraverso l’insieme delle innovazioni che valorizzano il ruolo terzo del notaio o dell’avvocato, si arriva ad alleggerisce l’attività del giudice (senza nessuna de-giudiziarizzazione delle vicende processuali), permettendogli di concentrarsi sulla sua funzione propria: dirimere questioni e decidere controversie.

Il Titolo III è dedicato alle semplificazioni in materia di diritto civile che è possibile promuovere attraverso l’applicazione del principio di sussidiarietà. Si tratta di diverse innovazioni, che chiamano in causa il ruolo delle professioni in materia di accordi prematrimoniali, usucapione e riconoscimento della personalità giuridica degli enti.

Il Titolo IV riguarda le applicazioni del principio di sussidiarietà che risultano funzionali a produrre innovazioni, valorizzando anche in questo caso il ruolo delle professioni. In particolare si tratta del certificato di successione, un’innovazione che è in linea con le legislazioni di altri Paesi europei (per esempio in Belgio, in Romania o, da ultimo, in Austria e in Francia) sulla redazione del certificato di eredità e risponde quindi anche all’esigenza di armonizzazione del nostro sistema all’evoluzione della normativa negli altri Stati europei.

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