Secondo l’ipotesi accusatoria i componenti del Consiglio di amministrazione della Banca, unitamente al Direttore generale e al suo Vice, avrebbero sistematicamente e dolosamente omesso di svalutare una serie di crediti verso importanti clienti, determinando una rappresentazione falsa della situazione economica, finanziaria e patrimoniale di Carim, con riferimento al bilancio 2009 e alla relazione semestrale del giugno 2010.
Come è chiaramente emerso nel corso del controesame del consulente del Pubblico Ministero e successivamente dell’esame dei periti, non vi è invece stato alcuno scostamento penalmente rilevante tra le valutazioni di bilancio operate dagli organi della banca tra il 2009 e il 2010 e la realtà economica dell’istituto riminese. Allo stesso modo è stato verificato che non si è mai realizzata una ripartizione illegittima dei conferimenti.