Il futuro dell’intelligenza artificiale generativa negli studi legali

di Valeria Cavallo* e Roberta De Matteo**

L’adozione dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI) sta trasformando rapidamente gli studi legali, come mostrano i risultati della “Survey 2024 AI Generativa e Studi Legali” condotta su 43 professionisti del settore. L’indagine, svolta con il supporto di Legalcommunity, JLS e MOPI, rivela come gli avvocati percepiscano l’inevitabilità dell’adozione di tecnologie GenAI, con il 90% dei partecipanti che ritiene l’intelligenza artificiale una parte ormai imprescindibile del futuro della professione.

L’intelligenza artificiale generativa (GenAI) non è più una tecnologia del futuro, poiché la sua integrazione nel mercato legale sta già trasformando molte attività chiave. Il processo di integrazione dei sistemi GenAI nel lavoro quotidiano e la definizione del loro impatto sul futuro delle professioni è già iniziato.

I professionisti nei settori dei servizi, come quello legale, fiscale e contabile, dei rischi e delle frodi, e della pubblica amministrazione, si sono a lungo adattati a nuovi modi di lavorare, in particolare con l’introduzione di nuove tecnologie. Tuttavia, con il rilascio pubblico di ChatGPT alla fine del 2022, le tecnologie GenAI hanno mostrato un potenziale dirompente, offrendo la possibilità di creare nuovi contenuti, attraverso un linguaggio naturale e immagini intuitive, in modo simile a quello umano, ma in tempi molto più brevi. Le nuove versioni di queste tecnologie, come GPT-4, offrono un potenziale ancora maggiore, con una maggiore precisione e la capacità di comprendere compiti complessi e sfumati.

Nel report MOPI ha esplorato come i professionisti legali percepiscono l’uso della GenAI nei loro studi, il livello di integrazione e il suo impatto su aspetti come efficienza, fatturazione e perdita di posti di lavoro.

GenAI: tra adozione e formazione

Il 34% degli studi legali intervistati utilizza regolarmente l’AI, mentre un ulteriore 25% la usa occasionalmente. Questi dati evidenziano come oltre metà degli studi legali abbiano già integrato l’AI nelle loro operazioni quotidiane, mentre il 61% ha organizzato specifiche sessioni di formazione per i propri avvocati. La preparazione risulta dunque un fattore chiave per sfruttare al meglio il potenziale di queste tecnologie.

Strumenti AI e aree di applicazione

Tra i tool più utilizzati emergono nomi noti come ChatGPT, Copilot e DeepL. Il 38% degli studi legali sfrutta l’AI anche per attività di marketing e comunicazione, segno che l’automazione non si limita alle funzioni legali ma si espande anche verso ambiti creativi. Tuttavia, persistono preoccupazioni legate alla sicurezza e alla gestione delle informazioni confidenziali: il 50% degli studi legali ha già adottato politiche specifiche per regolare l’uso dell’AI, a dimostrazione di una crescente attenzione alle questioni etiche e legali.

Opportunità e sfide future

Il 61% degli intervistati teme che l’AI possa rappresentare una minaccia per l’occupazione nel settore legale, ma al contempo il 66% prevede un futuro caratterizzato da una maggiore flessibilità nelle strutture tariffarie, influenzate dall’uso dell’intelligenza artificiale. Questi dati mostrano come l’AI stia spingendo verso nuovi modelli di business, con studi legali che stanno riconsiderando le modalità di fatturazione e i servizi offerti.

Il contesto europeo e internazionale

Anche dall’analisi “The Future is Now: Artificial Intelligence and the Legal Profession” condotta da IBA (International Bar Association) intervistando oltre 1000 avvocati provenienti da USA e Europa, distribuiti in law firm che coprono tutto il range di grandezza, iI 100% degli studi con oltre 500 avvocati ha già implementato l’AI, mentre il 68% dei piccoli studi (meno di 100 avvocati) non ha ancora fatto alcun passo in questa direzione. La cautela nella legal industry appare diffusa, soprattutto tra chi non dispone delle risorse necessarie per investire nella tecnologia e affrontare il cambio culturale richiesto. La ricerca evidenzia come l’AI sia oggi impiegata principalmente per semplificare le attività amministrative e supportare il business development e la gestione delle relazioni con i clienti, ma nei grandi studi è già utilizzata anche per funzioni più strategiche come la redazione di documenti e la ricerca legale. Il vantaggio competitivo sembra risiedere nello sviluppo di sistemi proprietari di AI, che permettono agli studi più strutturati di acquisire una posizione di leadership sul mercato, ampliando il divario tecnologico rispetto alle realtà più piccole.

Conclusioni
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*Secretary MOPI

** VP & Co Founder MOPI

nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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