Il 2024 inverte il trend sul fronte dei cambi di poltrona: 130 passaggi, solo nei primi nove mesi
Nove mesi da record per i cambi di poltrona. Il 2024 è destinato a essere archiviato come l’anno che cambiò la struttura del mercato dei servizi legali italiani. Non c’entra l’intelligenza artificiale. Non ancora. Sono i passaggi generazionali, l’emergere di nuovi progetti professionali, la pressione sull’acceleratore decisa dalle organizzazioni più capaci di aggregare talenti, invece, i fattori che sembrano alimentare maggiormente questo processo di cambiamento e ridefinizione delle posizioni sullo scacchiere della business law.
Dopo il 2024, il mercato dei servizi legali italiano avrà un altro assetto. Con il gruppo di testa dei grandi italiani che sarà cresciuto e ampliato; gli internazionali (o quantomeno alcuni di loro) che saranno tornati a spingere sulla crescita e la conquista di un primato (anche) locale; e una nuova generazione di super boutique capaci di incidere sul settore attirando grandi professionisti e mandati di primo piano.

Tutto questo nutre la corrente che muove il fiume di lateral hire in corso. Se ci mettessimo a contare per teste i soci transitati in nuovi progetti, il bilancio sarebbe già di oltre 200 professionisti tra avvocati e commercialisti attivi negli studi monitorati da Legalcommunity.it. Un record assoluto. Ben più alto del più alto risultato mai registrato nel settore negli ultimi otto anni (146, nel 2022). Il dato, tuttavia, sarebbe pesantemente influenzato dall’operazione PedersoliGattai dove, a inizio anno, sono confluiti gli oltre sessanta soci degli studi fondatori (si veda il numero 205 di MAG) e un nutrito gruppo di ex BonelliErede. In ogni caso, anche depurando il dato dall’operazione monstre da cui ha preso vita la prima “powerhouse legale” nazionale, la contabilità dei primi nove mesi di cambi di poltrona nel 2024 farebbe registrare ben più di 130 passaggi, con un trasferimento di fatturato stimato in oltre 86 milioni di euro (sempre escluso il deal PedersoliGattai). In effetti, quello delle integrazioni è stato quasi un trend. Si possono citare diversi casi in cui i merger hanno dato vita a nuove organizzazioni, come è accaduto per il progetto Nomosophy (che ha riunito gli studi indipendenti dei penalisti Andrea Orabona e Giovanni Tucci, del giuslavorista Giovanni De Donno e del fiscalista Emanuele Chiarini); ovvero di Alpeggiani Avvocati Associati, in cui si sono aggregati i professionisti di Alpeggiani studio legale e il team dedito all’attività stragiudiziale di Hi.Lex (mentre i contenziosisti della boutique sono passati a Hi.Lex & RaffaelliSegreti). Ma l’operazione più rilevante sul versante delle integrazioni, dopo il mega merger PedersoliGattai, è stata senza dubbio quella che ha visto confluire Zitiello Associati in Advant Nctm (si veda il numero 218 di MAG).
Tra gli studi italiani, Chiomenti si conferma impegnato in una stagione di investimenti di respiro strategico finalizzati a rafforzare ulteriormente aree di pratica in cui lo studio vuole accelerare o ad avviare ulteriori presidi dell’offerta legale. L’operazione più recente, vale a dire l’ingresso di Sara Biglieri e Luca De Benedetto (entrambi ex Dentons) nel già nutrito team litigation dello studio, per esempio, contribuirà tra le altre cose a rafforzare la capacità d’azione dell’organizzazione sul versante del contenzioso commerciale. Di poco precedente, sempre in Chiomenti, è stato l’arrivo di Marco D’Ostuni, da Cleary Gottlieb, per aumentare la potenza di fuoco sul fronte competition antitrust. Mentre andando in dietro di alcuni mesi, l’arrivo di Federico Vanetti (sempre da Dentons) e quelli di Mario Roli ed Elena Busson (da BonelliErede) sono stati indirizzati alla costruzione di un presidio importante nell’area ambientale, energy e infrastrutture. È interessante osservare come ci siano alcuni tratti in comune fra tutte queste operazioni. Il primo è che sono in linea con il posizionamento generazionale dello studio: tutti gli avvocati presi da Chiomenti hanno un “respiro” di mercato di almeno 10-15 anni. La seconda è che possiedono tutti una forte riconoscibilità sul mercato, sono in un momento di piena maturità professionale e al massimo della loro capacità di incidere nelle rispettive aree. Insomma, si è trattato di operazioni da manuale, che proprio in virtù dei criteri di fondo che le hanno ispirate, si pongono in assoluta coerenza con l’impegno e la storica attenzione dello studio alla crescita interna e alla valorizzazione dei talenti. Tra gli altri big italiani ci sono state operazioni che…
PER PROSEGUIRE LA LETTURA CLICCA QUI E SCARICA LA TUA COPIA DI MAG