I quattro pilastri di Orrick Italia

di nicola di molfetta

Un anno fa, per Orrick, in Italia, è cominciata una nuova stagione. Sappiamo che le dinamiche degli studi legali sono caratterizzate da fasi di cambiamento, consolidamento e crescita. È una sorta di ciclo vitale che si alimenta senza soluzione di continuità accompagnando l’evoluzione delle strutture, anno dopo anno. Questo, in qualche modo, è quello che è successo a inizio 2024 anche qui. All’uscita di alcuni importanti soci, pensiamo a Patrizio Messina e Alessandro De Nicola passati con i loro team rispettivamente in Hogan Lovells e BonelliErede (si vedano i numeri 213 e 214 di MAG), è seguita non solo l’affermazione di una nuova leadership che da tempo aveva cominciato a farsi spazio nella practice italiana della law firm, ma anche un vero e proprio nuovo corso strategico contraddistinto da un allineamento della squadra tricolore alla visione globale dello studio. Di questo nuovo corso MAG ha parlato con Attilio Mazzilli, managing partner degli uffici Italiani di Milano e Roma e responsabile del Tech group italiano, nonché membro dell’International technology companies group dello studio.

«Il 2024 è stato un anno di forte consolidamento e focus in aree strategiche (con il ridimensionamento di tutto quanto non core), con risultati che confermano la validità della nostra strategia – afferma Mazzilli –. Il fatturato e la redditività sono stati ben superiori agli obiettivi, dimostrando che la combinazione tra alta specializzazione, sinergie globali e selezione mirata dei talenti sta generando valore reale per i clienti e per la firm».

Orrick Italia, all’inizio del 2025, è uno studio focalizzato su quattro pilastri: technology & innovation; banking & finance; white collar, internal investigations & compliance; e m&a & private equity. Questi pilastri, poi, si sviluppano in modo sinergico con practice complementari come public law, employment, restructuring e real estate.
«La nostra scelta è stata netta – sottolinea Mazzilli – allineare Orrick Italia alla strategia globale della firm, puntando su settori e practice che generano il massimo valore per i clienti e che si integrano con i nostri uffici in Europa e negli Stati Uniti. A un anno di distanza, possiamo dire di aver raggiunto questo obiettivo tenendo il numero dei professionisti dello studio nel giusto dimensionamento e con una forte attenzione nell’evitare overlapping tra professionisti della stessa practice (quindi ognuno ha e avrà differenti skills e know-how da offrire ai clienti della firm)».
La crescita dell’organico non è un obiettivo in sé. «Il nostro modello non è basato sulla crescita numerica, ma sulla costruzione di una piattaforma coesa e di altissima qualità, fondata su talenti di livello Tier 1 e una collaborazione trasversale tra practice e mercati globali».

Dopodiché con l’avvocato Mazzilli abbiamo passato in rassegna la struttura dello studio e le sue figure chiave. A cominciare dal settore tech, visto che lo riguarda direttamente, inteso sia come venture capital che m&a. «È per natura un ecosistema che trascende i confini nazionali – ha dichiarato l’avvocato e managing partner di Orrick Italia –. È stato quindi naturale per me creare da sempre delle forti sinergie con hub strategici come Londra e la Silicon Valley, che consentono da un lato l’esposizione delle startup italiane ad ecosistemi molto più ricchi e maturi, dall’altro agli investitori internazionali di avere un gateway privilegiato per il talento tecnologico italiano. Gli altri soci della mia squadra si innestano perfettamente nel profilo internazionale del dipartimento». 

In riferimento al banking & finance, Mazzilli ha sottolineato il ruolo chiave assunto dalla partner Marina Balzano (da poco promossa equity assieme all’avvocata Jean Paule Castagno), nel nuovo assetto dello studio, distinguendosi per la sua visione internazionale. «Ha favorito il consolidamento delle connessioni con il network globale di Orrick, rafforzando l’assistenza ai principali gruppi bancari, fondi di private debt e investitori istituzionali. Con un’esperienza consolidata in operazioni di finanziamento complesse, tra cui leveraged finance, corporate lending e private debt, è ormai un punto di riferimento nel settore». Quanto a Jean Paule Castagno, penalista di respiro internazionale alla guida della practice white collar, internal investigations & compliance di Orrick Italia, Mazzilli ha evidenziato come sia stata capace di costruire il presidio del settore «intorno a tre pillar (compliance, indagini interne, e assistenza nel contenzioso penale) con il preciso obiettivo di accompagnare i clienti nella prevenzione del coinvolgimento in procedimenti penali attraverso una chiara anticipazione dei rischi. Ha creato importanti sinergie con il dipartimento tech dello studio in tema di cybersecurity, intelligenza artificiale, fintech e criptovalute, ambiti fortemente in linea con la strategia globale (si veda il box dedicato all’attività dello studio nel corso del 2024, ndr)». Inoltre, ha osservato il managing partner, la practice è pienamente integrata con tutti i dipartimenti della realtà italiana, primo tra tutti l’m&a, dove le tematiche sanzioni internazionali & export control oltre che valutazioni di impatto ESG sono sempre più richieste dai clienti. 
A proposito di m&a, l’arrivo di Fabio Fauceglia e del suo team dall’ex studio associato a Shearman & Sterling, sempre a inizio 2024, è stato strategico per rafforzare l’attività sul versante fusioni e acquisizioni, con una visione fortemente internazionale. «Guido Testa (socio storico della practice e già co-managing partner dello studio) e Fauceglia sono fortemente sinergici nell’assistere importanti investitori, nonché società domestiche e internazionali, family office e imprenditori in operazioni di m&a sia nazionali sia cross-border – osserva Mazzilli –. Questo è un settore che siamo pronti ad arricchire con professionisti di m&a con un verticale specifico sull’infrastructure (uno dei core della firm) e un avvocato international operante nel private equity buy side».
E poi, il managing partner menziona anche «lo straordinario lavoro» di professionisti come Mariangela Di Giandomenico, partner responsabile della practice di public law, regulatory e competition per l’Italia, recentemente nominata membro del Commission Stakeholder Expert Group on Public Procurement (Segpp) della Commissione Europea, «grazie alla sua competenza in materia di appalti pubblici». Mario Scofferi, partner responsabile della practice di employment «che apporta un contributo importante, seguendo le delicate dinamiche del nostro mondo del lavoro, sia nel contesto di operazioni straordinarie in Italia che nelle attività tradizionali dei clienti dello studio». E ancora, Daniela Andreatta, «professionista dall’indiscusso profilo internazionale nelle cosiddette “special situations”, quindi investimenti in distressed assets e procedure di ristrutturazione societaria e finanziaria, e Francesco Macrì, che assiste investitori internazionali nel contesto di operazioni di real estate e che da un anno ha creato delle ottime sinergie con il resto del team».

Il 2025, nella visione di Mazzilli, sarà un anno di ulteriore consolidamento: «Continueremo a investire solo su talenti di livello Tier 1, perfettamente sinergici con il nostro attuale team e con la strategia globale». La logica con cui lo studio vuole continuare a muoversi è quella che, sempre lo scorso anno, ha portato in squadra anche un profilo come quello di Andrea Mezzetti, entrato come of counsel, esperto in privacy, cybersecurity e AI regulation. «Ha rafforzato la nostra offerta in settori chiave per la firm. Queste integrazioni sono state da subito eccellenti, sia da un punto di vista professionale che personale. Si sono create ottime sinergie con gli altri dipartimenti e una grande cooperazione per il business development della firm».

Tutto questo, senza dimenticare l’importanza della crescita per linee interne. Investire sulla valorizzazione dei talenti cresciuti nello studio è un altro fattore caratterizzante del nuovo corso di cui stiamo dicendo. «Uno dei pilastri della nostra strategia è la crescita dei professionisti che hanno dimostrato un contributo strategico alla firm». Non a caso, nel 2024, Livia Maria Pedroni e Flavio Notari sono stati promossi partner. «Livia è diventata partner a 35 anni, grazie al contributo significativo dato al dipartimento technology companies attraverso l’assistenza a società tech e agli investitori nel contesto di operazioni di m&a, private equity e venture capital, sia domestiche che cross-border.  Anche Flavio Notari è diventato partner nello stesso anno, perché è stato naturale valorizzare il contributo di un professionista con una vasta esperienza nel contesto dell’innovazione del tessuto imprenditoriale italiano», afferma Mazzilli che, poi, aggiunge: «Nel 2025, Giulio Asquini e Andrea Alfonso Stigliano, rispettivamente il braccio destro di Marina Balzano per il banking & finance e di Jean Paule Castagno per white collar, internal investigations & compliance, sono stati promossi a of counsel. Investire nei talenti interni più meritevoli, in perfetta coerenza con la nostra strategia globale, è la chiave per garantire la crescita sostenibile della firm».    

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nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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