“I miei anni da giovane giurista Ip, al fianco di Toscani per le campagne del gruppo Benetton”
di Fabio Moretti*
Risale alla seconda metà degli anni Ottanta il mio primo incontro con Oliviero Toscani. Ai tempi ero agli esordi della mia carriera di avvocato nel mondo dell’Intellectual Property e ricoprivo il ruolo di General Counsel del Gruppo Benetton. In quegli anni ebbi un rapporto costante con il famoso fotografo, soprattutto all’inizio degli anni Novanta, nel periodo delle celebri campagne pubblicitarie del Gruppo, ricordate da tutti per la forza espressiva e la loro energia provocatoria.
Evocando temi di enorme rilevanza sociale, come il razzismo, l’amore libero e la lotta all’AIDS, Oliviero Toscani ha realizzato immagini potenti, spesso controverse. Difficile dimenticare una fotografia ormai diventata iconica come quella del malato di AIDS sofferente e circondato dai famigliari, in una composizione che rimanda alla Pietà di Michelangelo.
La nostra difesa legale del lavoro di Toscani è stata solida: il suo lavoro rispondeva alla libertà di pensiero ed espressione artistica che deve caratterizzare i Paesi liberi e democratici e, inoltre, tali immagini contribuivano a sensibilizzare fortemente l’opinione pubblica.
Secondo molti, queste fotografie spettacolarizzavano tali tematiche, svilendole e asservendole al profitto economico. Ma la nostra difesa legale del lavoro di Toscani è stata solida: il suo lavoro rispondeva alla libertà di pensiero ed espressione artistica che deve caratterizzare i Paesi liberi e democratici e, inoltre, tali immagini contribuivano a sensibilizzare fortemente l’opinione pubblica.

Come si può immaginare, in quel periodo gran parte del mio tempo era dedicato alla risoluzione delle controversie sollevate dalle campagne nei diversi Paesi in cui venivano promosse. È curioso ricordare che i Paesi considerati più sensibili alla libertà di espressione, come Francia e Olanda, sollevarono problematiche giuridiche più pesanti di altri reputati maggiormente conservatori, come la Spagna.
Ricordo Oliviero Toscani come una persona molto spiritosa: sapeva bene che le sue campagne davano molto da lavorare all’ufficio legale e mi chiamava per dirmi (ridendo): “So che le creo sempre molti problemi, avvocato!”
Quando lasciai Benetton per il ruolo di General Counsel in Giorgio Armani, mi ringraziò per il lavoro fatto insieme e mi regalò, per farsi “perdonare”, un mio ritratto fotografico. Per un giovane General Counsel come ero io a quei tempi, l’esperienza al suo fianco fu professionalmente molto importante, direi quasi decisiva. Il suo genio e la sua visione innovativa del mondo mi mancheranno moltissimo.
*Partner responsabile della practice IP – CastaldiPartners
