Grande Stevens arriva a Parigi in collaborazione con Ayache

di nicola di molfetta

La notizia? È che lo studio Grande Stevens arriva a Parigi. L’operazione sembra essere maturata in ossequio a uno dei principi più radicati nella gestione strategica degli studi legali: seguire i clienti. Ed è così, come spiega in questa intervista esclusiva a MAG il managing partner della super boutique, Michele Briamonte, che Grande Stevens ha deciso di dar vita a un desk francese in collaborazione con i colleghi del cabinet d’avocats Ayache.
Ma, questo faccia a faccia con l’avvocato Briamonte serve anche a parlare di professione e scenari futuri. Ed è qui che arrivano le vere bordate. Perché l’avvocato non ha dubbi che il dogma dell’iperspecializzazione sarà la causa dell’estinzione di molti professionisti. E che se si vuole guardare all’avvocatura che verrà, bisogna ricordare che essa non potrà che convivere con le macchine. La soluzione per farcela? «Liberarsi dai fantasmi del Novecento e diventare operatori economici ad alto valore aggiunto».

Grande Stevens arriva a Parigi: come nasce questo sviluppo? 
Parigi e il mercato francese sono piazze storiche su cui il mio maestro, Franzo Grande Stevens, e lo studio hanno mantenuto da lunghi decenni operatività e connessioni rilevanti. L’apertura di un desk parigino nasce ora sulla base di due elementi. 

Quali?
Da un lato, la richiesta di un nostro specifico importante cliente di dedicargli un gruppo di lavoro in pianta stabile in Parigi in vista di una serie di operazioni straordinarie già in parte in atto, con conseguente rafforzamento del rapporto con il nostro best friend francese.

Poi?
Dall’altro lato, dalla constatazione – che osserviamo dalla prospettiva della sede di Londra – circa un progressivo spostamento di alcuni assi della finanza strutturata e del mercato dei capitali da UK verso la capitale continentale, soprattutto nel settore assicurativo e dei servizi di advisory.

Come sarà organizzata la vostra presenza? 
La nostra partner Roberta Chicone sarà destinata all’avvio del team che, come da tradizione di Grande Stevens, si avvarrà sia di avvocati qualificati nel foro di Parigi sia di avvocati dello studio che ne conoscono valori e modi di operare.

Si tratta di una iniziativa di Grande Stevens International (la costola londinese dello studio, ndr) o, a guidare è l’associazione professionale italiana?
Grande Stevens International è titolare dell’iniziativa e infatti ospiterà nella sede di Dover Street il team degli avvocati di Ayache destinati alle loro attività UK. Grande Stevens sarà il partner per la condivisione della clientela e degli storici contatti, oltre che la plancia di controllo per la gestione degli avvocati e delle attività nella UE.

A proposito, come procede in Uk dopo Brexit? 
Nel nostro settore osserviamo un deciso minor utilizzo di strutture societarie e ingegnerie finanziarie con base in UK per le implicite e ovvie maggiori difficoltà di riconoscimento e fiscali. Come Grande Stevens International, dal 2015 abbiamo consolidato una presenza ben robusta con partnership rilevanti con i maggiori operatori finanziari nordamericani attivi su piazza, e tali rapporti restano un perno che al momento non è soggetto a modifiche particolari. Abbiamo avviato due importanti litigation in UK con i nostri litigation partner londinesi e ne apprezziamo l’importanza e la remuneratività rispetto al mercato italiano.

Venendo, invece, al fronte interno, l’Italia che momento sta attraversando? 
Noi siamo fermamente convinti del nostro approccio, che non mira alla specializzazione iper-frazionata e standardizzata, anzi ne diffida. Noi pensiamo che fare avvocati “specializzati in una singola legge” e moltiplicarli in modo standardizzato non salverà gli studi dalla competizione con l’Intelligenza Artificiale: nell’ambito della conoscenza iper-specializzata siamo convinti che la partita sia talmente persa da non meritare nemmeno di essere giocata. 

E cos’è che vince?
A nostro avviso, è…

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nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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