Gli studi legali benefit si riuniscono in Probenefit
di giuseppe salemme
Per coloro che seguono assiduamente l’evolversi del mercato legale, il trend “benefit” è evidente da tempo. Per le numerose notizie relative all’assistenza prestata dagli studi legali ad aziende interessate a costituirsi in questa forma, introdotta nell’ordinamento italiano nel 2016; ma anche perché sempre più studi, mutuando la tendenza del mondo corporate, hanno deciso di sfruttare le possibilità accordate dall’ordinamento italiano (come la possibilità di costituirsi in forma societaria tramite le “società tra avvocati”) per saltare sul treno benefit in prima persona.
La notizia di oggi è che questi iniziative, finora per lo più solitarie e slegate in quanto portate avanti da singoli studi, potranno aspirare ad assumere una valenza “di sistema” e puntare al confronto con le istituzioni forensi, grazie a ProBenefit, associazione che punta a riunire tutti gli studi italiani costituiti sotto forma di società benefit.
Un progetto lanciato nei giorni scorsi (anche se i fondatori precisano che l’idea si era concretizzata già nello scorso luglio), nato dall’idea di Giulio Graziani, proprio l’avvocato che con Freebly (leggi qui) aveva dato vita al primo studio benefit italiano.
Proprio Graziani, in qualità di presidente di ProBenefit, racconta a MAG gli obiettivi di questo nuovo progetto, con l’aiuto di Isabella Secci e Simona Cardillo, rispettivamente vicepresidente e responsabile d’impatto dell’associazione, e a loro volta in rappresentanza di due studi benefit associati, Lawal e Lexant.
Studi diversi, con storie diverse e obiettivi diversi, oltre che ovviamente concorrenti nel mercato dei servizi legali. Ma che mettono nero su bianco la loro volontà di fare fronte comune: per meglio perseguire le finalità “benefit” scelte dai singoli studi. Ma anche per fare di quei valori la propria identità, e mettersi nelle condizioni migliori di comunicarla: verso l’interno, a professionisti e collaboratori; e verso l’esterno, a clienti e istituzioni.
«Tre anni fa avevo l’obiettivo di dare un segnale di novità al mercato degli avvocati» racconta Giulio Graziani. «Ci riuscimmo, pur tra mille difficoltà: e il primo segnale fu proprio che “si può fare una società benefit tra avvocati”. Che poi si è chiamata Freebly, ma questo è un altro film…»
Oggi quella voglia di innovare si è diffusa in diverse insegne italiane…
Giulio Graziani (GG): Esatto. Dopo tre anni abbiamo visto che altri professionisti avevano condiviso questa necessità di organizzarsi maggiormente, costituendosi nativamente o trasformandosi in società benefit. E a quel punto abbiamo detto: “Perché non parlarsi?”. Condividiamo evidentemente l’impostazione secondo cui svolgiamo la professione; ma ci siamo uniti anche per elaborare una nuova proposta diretta, almeno inizialmente, al mercato legale. E dico inizialmente perché alcuni studi membri dell’associazione hanno al loro interno anche commercialisti o consulenti del lavoro, quindi credo che un tema orizzontale come questo possa interessare sempre più anche altre professioni: il “pro” nel nome dell’associazione vuole riferirsi anche alla nostra qualità di professionisti, in generale.
Isabella Secci (IS): Il progetto Lawal è l’esempio di uno studio che, a seguito di uno spinoff, ha concretizzato proprio le caratteristiche di cui parla Giulio: unendo allo studio legale la parte tax e costituendoci fin da subito come società tra avvocati benefit. Una cosa che ci interessava fin dall’inizio era proprio aggregare altri professionisti intorno a un modello di studio. E poter aggiungere altri fini all’oggetto sociale di uno studio legale facilita questa possibilità.
Simona Cardillo (SC): Il percorso che ha portato Lexant a diventare società benefit è ancora diverso. Lo studio cresceva, eravamo ormai in 60 su 4 sedi e sentivamo l’esigenza di una forma più strutturata. Quindi ci siamo prima trasformati in società di capitali; e poi abbiamo integrato nell’oggetto sociale dei valori che ci siamo resi conto avere nel nostro dna, e che volevamo condividere.
Veniamo all’associazione. Quali fasi ha seguito la costituzione?
IS: Abbiamo svolto un’analisi di mercato preventiva. Siamo andati a vedere quanti studi benefit ci fossero già costituiti: a quanto ci risulta, sono poco più di una decina. Otto di questi sono oggi membri fondatori di Probenefit.
E gli altri?
GG: Ci siamo seduti al tavolo con tutti in questi mesi, ma alcuni studi, non hanno mostrato l’intenzione di aderire, almeno per il momento.
Ci sarà la possibilità di aderire anche in futuro?
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