Gli in house? Meglio che vengano dall’impresa

Archer-Daniels-Midland Company (ADM) è una delle più grandi aziende alimentari al mondo. Coltiva, trasforma e vende cereali e altri prodotti che distribuisce attraverso una vasta rete di navi, vagoni ferroviari e porti, operando in quasi tutto il globo.

Viene da pensare che un impero di queste dimensioni abbia un grande dipartimento legale, sopratutto considerando che i ricavi del gruppo con sede a Chicago si aggirano attorno ai 90 miliardi di dollari, cifra che piazza ADM al 41° posto nella classifica di Fortune 500. Ma così non è. L’ufficio legale di ADM è composto da circa 80 avvocati in 15 Paesi, un organico di gran lunga inferiore rispetto a quello di multinazionali gigantesche come General Electric Co. e gruppi italiani come Eni.

Al timone il senior vice-president e general counsel Cameron Findlay, che ha lavorato in diversi studi legali e come in-house, oltre ad aver operato come clerk per l’ormai deceduto giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America, Antonin Scalia.

MAG ha parlato con Findlay dell’ufficio legale di ADM, di come gestisce le relazioni con le law firm e delle sfide legali per un produttore alimentare internazionale.

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