GLI AVVOCATI SARDI FERMANO I TRIBUNALI

Sciopero a oltranza. Parte l’11 febbraio l’astensione proclamata dagli ordini degli avvocati di tutta la Sardegna. Da Cagliari a Lanusei, da Oristano a Tempio. Gli iscritti agli albi sono invitati a sospendere la loro attività giudiziale (fatte salve le udienze obbligatorie) fino a nuovo ordine. Ovvero, come si legge nel testo della delibera approvata dal consiglio dell’Ordine di Cagliari, «fino a quando non saranno manifestati da parte del Ministro della Giustizia e del Governo segni concreti di voler instaurare un confronto ed una concertazione con gli Organi Istituzionali e politici dell’Avvocatura sulle riforme ed i temi della Giustizia».
L’atto approvato lo scorso 7 febbraio, inoltre, invita «i Colleghi a richiedere la cancellazione dalle liste del patrocinio a spese dello Stato e delle difese d’ufficio» e a «proporre l’integrazione dell’ordine del giorno dell’assemblea già indetta dall’Unione Regionale delle Curie per il 18 Febbraio 2014 con la richiesta di invito ai Consigli degli Ordini degli Avvocati della Sardegna ed a tutti gli Organi ed Organismi rappresentativi dell’Avvocatura a rassegnare, in segno di protesta, le proprie dimissioni».
Se l’adesione all’iniziativa dovesse essere massiccia, dall’11 febbraio in Sardegna non si dovrebbe celebrare più un’udienza civile, penale, amministrativa o tributaria.
Il condizionale è d’obbligo visto che la Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero è intervenuta per segnalare che questa iniziativa degli avvocati sardi viola l’obbligo di intervallo minimo tra le astensioni (il 18, 19 e 20 febbraio c’è una manifestazione nazionale indetta da Oua), nonché l’obbligo di preavviso minimo (10 giorni) e di determinazione della durata dello sciopero. Insomma, se gli avvocati dovessero decidere di scioperare comunque rischierebbero una sanzione.

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