Giuristi d’impresa: si ferma la crescita degli stipendi in house

di michela cannovale

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Il mercato legale in house italiano tiene botta alla grande crisi internazionale, alla guerra in Ucraina, all’impennata dei prezzi del gas e dell’elettricità e all’aumento generalizzato dei prezzi dei prodotti alimentari e dei servizi. A confermarlo è un dato in particolare: la crescita dell’offerta di lavoro proprio all’interno delle direzioni legali aziendali.

Di lavoro, in sostanza, ce n’è. Aumentano le opportunità soprattutto nei settori dell’energia, del life sciences e dei cosiddetti Fast Moving Consumer Goods o FMCGs (la drogheria alimentare e non, l’abbigliamento, i beni semidurevoli). Ciò che non cresce alla stessa velocità dell’offerta di lavoro, tuttavia, sono gli stipendi e il numero di candidati disposti a spostarsi da un’azienda all’altra.

L’aumento delle remunerazioni dei giovani giuristi d’impresa registrato nel 2022 è stato fugace come un fuoco di paglia. Chi nel 2022 ha percepito un reddito complessivo compreso fra i 66 e gli 80mila euro (si tratta dei legali in house con un’esperienza di circa 7 anni), non ha visto aumenti sostanziali negli ultimi 12 mesi.

È questa l’immagine che ci restituisce l’Italy in-house legal market report and salary guide 2023-2024, il sondaggio sul comparto dei servizi legali italiano realizzato annualmente dalla società di headhunting Taylor Root, i cui risultati vengono presentati in anteprima esclusiva da MAG.

L’ignoto che intimorisce

La survey di Taylor Root ha preso in considerazione 9.693 legal counsel e 713 general counsel che lavorano per società e multinazionali italiane e straniere. Dei primi, solamente il 13% del totale ha cambiato lavoro nel corso dell’ultimo anno. Quasi uguali le cifre per i secondi, per i quali si sono registrati passaggi di poltrona solo nel 12% dei casi.

Come ha spiegato a MAG Nicolettà Ravidà (nella foto in basso), director e head of southern Europe di Taylor Root, «ci troviamo in un momento favorevole per gli avvocati desiderosi di affrontare una nuova sfida e di fare un passo avanti nella loro carriera, perché da un lato continua ad aumentare l’offerta di lavoro in azienda. Dall’altro, la domanda non cresce di pari passo. Le candidature sono diminuite e, quando vengono contattati, i candidati sono timidi, quasi reticenti, a esplorare una nuova opportunità di lavoro. Questa è la sfida maggiore che le aziende devono affrontare quando iniziano il processo di recruitment».

Il Pil italiano nel 2023 è cresciuto solo del 3,9%, contro il 6,8% del 2022. Ad aumentare è stata invece l’inflazione, che quest’anno ha raggiunto il 7%. A fronte di questo, non vi sono stati aumenti significativi degli stipendi rispetto a quanto avvenuto un anno fa. Di conseguenza, diminuiscono i candidati che, a parità di compenso, sono disposti a trasferirsi in una nuova azienda.

«I candidati – ha proseguito Ravidà – vogliono rimanere nella loro zona di comfort e non sempre vedono i vantaggi personali e professionali che un cambiamento di lavoro potrebbe portare loro in un mercato così vivace. In alcuni casi, spendono tempo ed energie per affrontare un colloquio esaustivo, ma alla fine rifiutano l’offerta per una serie di motivi».

I salari dei legali in house nel 2023

Come mette in chiaro la tabella che abbiamo pubblicato su MAG, riadattata sui dati forniti da Taylor Root (che, ha sottolineato Ravidà, «rispecchiano prevalentemente il mercato romano e milanese»), lo stipendio del legale interno varia al variare dell’esperienza. Per un in house counsel che lavora da 2-3 anni, si parla di cifre annue comprese in un range tra i 40mila e i 45mila euro. Si passa poi a 46-65mila euro per i 4-5 anni di esperienza, fino ad arrivare a 120-130mila euro per chi ha alle spalle almeno 12-13 anni di esercizio. Le figure a capo di una sussidiaria o di un singolo dipartimento, invece, possono ambire a stipendi che toccano i 150mila euro, mentre le retribuzioni dei general counsel superano i 500mila euro.

Ai salari base si aggiungono poi benefit come l’assicurazione sanitaria, i buoni pasto e un bonus che in media si aggira tra il 15 e il 20% e che, per i dirigenti, tende a includere un’auto.

2023 e 2022 a confronto

Facciamo ora un passo indietro per mettere a confronto l’anno corrente con quello passato. La crescita del Pil pari al 6,8% registrata in Italia nel 2022 è stata una spinta importante per l’economia. Questa, stando ai dati di Taylor Root, ha avuto due effetti benefici principali:

  1. Si è sentito il bisogno di nuove persone che contribuissero ad alimentare il mercato italiano. Il tasso di occupazione è aumentato notevolmente e le aziende hanno iniziato ad assumere (anche) nuovi legali interni.
  2. L’aumento di liquidità ha permesso alzare gli compensi (compresi quelli dei legali) dopo che questi erano rimasti pressoché fermi per il decennio precedente.

Tuttavia, come abbiamo detto sopra, il boom degli stipendi registrato nel 2022 è stato piuttosto fugace. Inflazione e rialzo generale dei prezzi non hanno permesso alle aziende di essere altrettanto generose nel 2023. Questi sono anche i motivi per cui, citando nuovamente Nicoletta Ravidà, i candidati diventano «timidi e reticenti» nell’esplorazione di nuove opportunità lavorative.

«Quando decidono di mettersi alla ricerca di una nuova posizione, il 43% di loro (contro il 38% dell’anno scorso) conferma di essere interessato innanzitutto ad un compenso alto. Solo il 29% guarda “alla cultura e al team”. Indicativo è inoltre il fatto che è calata al 14% (rispetto al 41% del 2022) la percentuale di candidati che menziona la “flexible working policy” come priorità assoluta».

Insomma, si presta meno attenzione alle opportunità di investire sulla carriera, mentre acquisisce sempre più importanza il ritorno immediato e materiale che la professione in house concede.

Nel frattempo, negli studi legali…

Mentre i salari dei professionisti in house rimangono fermi, quelli dei loro colleghi del libero foto continuano a crescere. A partire dalla pandemia di Covid-19, l’adattamento degli studi legali alle richieste degli avvocati è stato progressivo. Gli stipendi – grazie anche alle …

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