GIOVANI AVVOCATI, DOVE LAVORARE PER AVERE PIU’ VISIBILITA’

Negli ultimi cinque anni, tra i giovani avvocati d’affari, la parola carriera è stata rimpiazzata da quella lavoro. Il motivo? Semplice. I venti di crisi hanno pressoché raso al suolo tutti i vecchi schemi del passato. Quelli, per esempio, in virtù dei quali la crescita economica e quella di ruolo all’interno dello studio era semplicemente collegata a un criterio di anzianità. Un’aberrazione parastatale che, tuttavia, in templi del capitalismo ultraliberale, quali sono generalmente gli studi legali d’affari, era stata permutata ovvero pedissequamente replicata dai grandi studi anglosassoni.  Un meccanismo che ha funzionato solo fino a quando queste strutture hanno potuto contare su un trend di crescita del proprio fatturato apparentemente senza fine. Quando la giostra si è fermata, però, si è fermata anche la scala mobile che, negli anni passati, aveva concesso quasi a chiunque di poter arrivare a sfoggiare il titolo di socio.

ASPETTATIVE RIVISTE. Ecco perché, negli ultimi anni, la parola carriera è stata rimpiazzata da quella lavoro. Oggi, chi si avvicina alla professione, anche negli studi più blasonati del mercato, ha una consapevolezza: che difficilmente potrà rivedere i fasti del passato e che già il solo fatto di avere un introito fisso mensile è un traguardo per cui ringraziare il santo protettore degli avvocati. Anche nella consapevolezza che il proprio livello retributivo è pari alla metà di quello di cui i colleghi più anziani godevano alla sua età e che, almeno per un po’ di tempo, la parola «bonus» potrà essere associata al massimo a una partita alla play station in sala riunioni. Al di là delle estremizzazioni, però, c’è da chiedersi: ma davvero oggi non ci sono spazi per mettersi in luce e crescere all’interno degli studi legali d’affari?  Ovviamente la risposta è no. Tuttavia, considerato che le cose non accadono più in maniera “automatica” e che per ottenere dei risultati bisogna investire tempo, lavoro e fatica, può essere interessante provare a capire quali sono le strade da percorrere per aumentare le chance di farcela.

VISIBILITA’ SOLO IN 4 STUDI SU DIECI. La riflessione più ovvia è chiaramente che bisogna scegliere bene lo studio in cui si decide di andare a lavorare. Ma questo non basta. Il vero tema è come fare questa scelta. Uno dei criteri potrebbe essere quello di prendere in considerazione il criterio della visibilità. Il perché è presto detto. Piaccia o no, un avvocato che “si vede” sul mercato, oggi come oggi, è un professionista che ha maggiori chance di fare carriera e conquistare il successo. Il che può, banalmente, voler dire passare dallo status di salary partner a quello di equity ovvero da quello di associate a quello di socio. Quanti sono gli studi attivi in Italia che riescono a mettere in luce le proprie risorse emergenti? Meno del 40%. Per la precisione, il 37% sui primi 100 attivi nel Paese. Il dato è stato elaborato da Mag by Legalcommunity a partire dall’ultima edizione di Chambers Europe. La directory infatti mette in evidenza non solo i protagonisti del settore, ma anche i partner e gli associate emergenti, ovvero, i professionisti che cominciano a farsi notare sul mercato. Capire in quali studi e in quali practice lavora la maggior parte di queste young guns dell’avvocatura d’affari può aiutare a capire in quali studi e in quali practice un giovane professionista ha maggiori possibilità di mettersi in luce.

MA QUALI SONO I FATTORI CHE FAVORISCONO LE OCCASIONI DI VISIBILITA’ E QUALI I GIOVANI AVVOCATI CHE SI SONO MESSI IN LUCE NELL’ULTIMO ANNO? PER SCOPRIRLO, SCARICA GRATIS MAG by LEGALCOMMUNITY. CLICCA QUI

 

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