Gatti Pavesi Bianchi Ludovici, fusione fatta
La partenza è fissata per il primo gennaio 2021. Ma la decisione è ormai presa. Gatti Pavesi Bianchi e Ludovici Piccone & Partners si fondono. E, secondo quanto legalcommunity è in grado di anticipare, nasce lo studio Gatti Pavesi Bianchi Ludovici.
L’operazione manda in porto un progetto che i soci della superboutique coltivavano da tempo e che aveva nel labour e nel tax due obiettivi fondamentali. I name partner Francesco Gatti, Carlo Pavesi e Luigi Arturo Bianchi ne avevano parlato chiaramente con MAG nel 2017 (si veda il numero 79 del magazine). Il quadro è stato completato. Prima, con l’arrivo di Nicola Bonante e Paola Tradati che, nel 2018, hanno apportato allo studio un presidio d’eccellenza nel diritto del lavoro. E adesso con l’ingresso di Paolo Ludovici, Pietro Piccone e tutta la squadra che negli ultimi sei anni ha dato vita a una delle insegne più forti nel mercato del fiscale e tributario, lo studio conquista un posizionamento di primo livello anche nel tax.
L’idea, tre anni fa, era avviare un progetto nuovo, capace di nutrirsi della visione e dello spirito di iniziativa professionale di un gruppo di giuristi d’eccellenza. E quest’ultimo passaggio può considerarsi a tutti gli effetti il punto di partenza di una nuova iniziativa che punta a fare la differenza all’interno di un mercato dei servizi legali in fase di profonda trasformazione.
La nuova realtà potrà contare su 140 professionisti, di cui 20 equity partner e opererà dagli attuali uffici di Milano e Roma di Gatti Pavesi Bianchi oltre ad avere una propria presenza anche all’estero nelle sedi di Londra, Vienna e Lussemburgo aperte da Ludovici Piccone & Partners negli scorsi anni.
Il deal rafforza lo studio impegnato da tempo sulla strada dello sviluppo multidisciplinare della propria offerta, come ha spiegato a inizio 2020 il managing partner Stefano Valerio (si veda il numero 136 di MAG) e con tutta probabilità contribuirà al processo di radicamento dell’organizzazione su Roma.
Le potenzialità sono enormi: sommando i ricavi realizzati dalle due strutture nel 2019 (si veda l’ultima edizione della Best 50 pubblicata sul numero 142 di MAG), si parla di una realtà che potrebbe già partire con un giro d’affari di circa 50 milioni di euro.