Fivelex e l’algoritmo della crescita

di nicola di molfetta

Equity aperta. Incursione nel tax. E obiettivo 50 professionisti. Sono questi i fattori su cui si regge l’algoritmo della crescita di Fivelex.

L’organizzazione fondata nel 2014 da Alfredo Craca, Francesco Di Carlo, Edoardo Guffanti, Vittorio Pisapia e Claudio Tatozzi comincia l’anno con un’importante novità strategica: l’avvio della practice fiscale e tributaria affidata ai nuovi soci equity, Francesco Mantegazza e Fabio Oneglia, con la collaborazione dell’of counsel Massimo Cremona (si veda il numero 154 di MAG).

L’annuncio di questo multiplo lateral hire non solo ha confermato l’accelerazione della struttura rispetto all’apertura dell’equity (cominciata nel 2020 con l’ingresso di Mara Fittipaldi), ma ha indicato una chiara rotta strategica. Alle aree «identitarie» del contenzioso (arbitrale e non), del regulatory bancario e finanziario, corporate m&a e restructuring, ora lo studio punta anche sul Tax. E lo fa per contare, come spiegano chiaramente in questa intervista esclusiva a MAG i co-managing partner Craca e Di Carlo.

Dopo aver dedicato i primi anni al consolidamento della struttura iniziale, i promotori del progetto Fivelex aprono definitivamente una nuova stagione in cui la crescita e lo sviluppo sono al centro delle azioni intraprese.

Se quella sul fronte Tax è sicuramente la mossa più eclatante, altrettanto essenziali vanno considerati gli investimenti nell’m&a, e la crescente attenzione al real estate. «Le tessere del puzzle si stanno incastrando bene. Il continuo rafforzamento nelle aree in cui siamo già presenti e la ricerca di complementarità e sinergie continuerà a caratterizzare la crescita sul fronte legal», dicono in questa intervista Craca e Di Carlo.

Il che prelude anche a un’ulteriore crescita dimensionale. Oggi lo studio conta circa 40 professionisti, ma entro fine anno l’organico potrebbe salire a 50.

L’ampliamento del team implica una sempre maggiore attenzione alla governance. Una struttura che cresce in termini di complessità ha bisogno di una gestione organizzata. E così lo studio ha deciso di integrare l’organo gestorio (in cui ora entrano anche Oneglia e Mantegazza, oltre ai managing partner) e introdotto un Comitato di Audit e un Comitato Utili e Remunerazioni.

 

L’ultima volta che ci siamo incontrati, a luglio 2018 (si veda il numero 104 di MAG), lo studio contava un totale di 35 professionisti tra cui i 5 soci fondatori. La partnership era un asset che eravate disposti a gestire ma con cautela. Ed effettivamente così è stato: quanti siete oggi? Cosa è accaduto nel frattempo?
Francesco Di Carlo (FDC): La partnership per noi è una cosa seria e siamo stati disciplinati nell’evitare di allargarla per crescere a tutti i costi. Oggi il numero di partner è salito da 5 a 10 grazie sia a una crescita organica, sia all’individuazione di professionisti con caratteristiche umane e professionali coerenti con le nostre e allineate al progetto. Lo studio oggi conta circa 40 professionisti, inclusi 4 of counsel di eccellenza; pensiamo di chiudere il 2021 con circa 50 professionisti.

FiveLex si presenta oggi con una gamba tax che si affianca a quella legal: qual è il vostro obiettivo su questo fronte?
Alfredo Craca (AC): Il nostro obiettivo è affermarci anche quale studio di riferimento in ambito tributario, e, con l’ingresso di Fabio Oneglia e Francesco Mantegazza nella partnership ed il supporto di Massimo Cremona, siamo certi di aver creato le basi per costruire un team strutturato di professionisti, riconosciuti dal mercato e capaci di portare competenze di livello e avere così all’interno di Fivelex un’anima fiscale di pari peso rispetto a quella legale.

Ecco, a proposito dei fiscalisti entrati in squadra a inizio anno: in che modo si integrano con la struttura? Quali sono stati i punti di contatto che avete individuato?
FDC: Conosco Massimo, Fabio e Francesco da 25 anni: hanno un approccio alla libera professione analogo al nostro, esprimono una qualità in cui ci riconosciamo e condividono i nostri stessi valori. Anche il fattore generazionale è per noi importante, perché consente ai senior partner di avere una stessa agenda professionale. Ma soprattutto, hanno sposato il nostro progetto e hanno deciso di unirsi a noi per farlo ulteriormente crescere.

La vostra mossa arriva quasi in contemporanea con quella fatta da Gatti Pavesi Bianchi con Ludovici. Stiamo assistendo a un trend? Perché un presidio forte e autorevole del tax è necessario o strategico?
AC: Siamo concentrati sulla nostra strategia, che abbiamo definito nel 2017 e stiamo sviluppando in modo coerente e con soddisfazione. In passato, abbiamo preferito offrire ai clienti il supporto di riconosciuti professionisti esterni con i quali collaboravamo abitualmente, anziché creare un nostro dipartimento fiscale. La decisione di portare in studio le competenze tax si è resa possibile grazie all’individuazione di professionisti di standing e attesta il nostro impegno per una crescita coerente con l’obiettivo di offrire eccellenza in ogni ambito di assistenza.

Sì, ma perché il tax?
AC: Il presidio del tax è necessario perché la prospettiva fiscale nelle operazioni ha un’importanza rilevante, ma è anche strategico dato che le sinergie tra legale e fiscale sono forti.

Il processo di apertura dell’equity però è cominciato lo scorso anno con l’arrivo di Mara Fittipaldi: il vostro fronte legal come sta evolvendo?

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nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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