Fidanzia Gigliola vince in Corte di Giustizia Europea per GSE
Fidanzia Gigliola – Studio legale vince alla Corte di Giustizia Europea: è conforme al diritto dell’Unione Europea l’obbligo imposto ai trader di bioliquidi di presentare certificati di sostenibilità, a prescindere dall’effettiva disponibilità fisica dei prodotti intermediati.
La questione sollevata dal Consiglio di Stato si origina nell’ambito di una controversia che vede contrapporsi la Legatoria Editoriale Giovanni Olivotto e il GSE – Gestore dei Servizi Energetici, in merito alla pronuncia di decadenza dall’ottenimento degli incentivi energetici (Certificati Verdi) indebitamente percepiti dal primo nel biennio 2012-2014 nonché alla loro restituzione per la mancata esibizione dei certificati di sostenibilità da parte della società intermediaria incaricata da L.E.G.O dell’acquisto dei bioliquidi presso un fornitore terzo.
Con la sentenza pubblicata il 4 ottobre 2018 (causa C-242/17), la Corte di Giustizia Europea ha accolto le tesi del GSE, rappresentato e difeso dagli avvocati Sergio Fidanzia e Angelo Gigliola (nella foto), secondo cui, senza un’esplicita nozione di “operatore economico” nella direttiva 2009/28, è legittima e non in contrasto con il diritto dell’Unione Europea la previsione nel diritto italiano di qualificare gli intermediari, i c.d. trader, quali operatori economici e perciò soggetti all’obbligo di esibizione dei certificati di sostenibilità, anche quando questi non abbiano conseguito la disponibilità fisica dei bioliquidi. Tale disposizione, infatti, persegue un obiettivo compatibile con il diritto comunitario di garantire la tracciabilità dei bioliquidi in tutta la filiera di distribuzione, al fine di controllare la produzione e la commercializzazione degli stessi nonché di prevenire il rischio di frodi, che potrebbero essere poste in essere dal trader, essendo a tal fine sufficiente la semplice disponibilità giuridica dei bioliquidi.
Prosegue la Corte sottolineando come, essendo il sistema ISCC (International Sustainability and Carbon Certification), previsto unicamente per i biocarburanti, la legislazione italiana ha lecitamente adottato un sistema nazionale di certificazione con riferimento ai bioliquidi più stringente del primo.