Favole in pretura: tra codici e incantesimi
Favole in pretura, il nuovo titolo delle Edizioni Le Lucerne firmato dal professor Raimondo Della Selva, è un raffinato divertissement letterario che unisce la più severa razionalità del linguaggio giuridico alla natura proteiforme del fiabesco. Il libro prende per mano il lettore e lo trasporta in un tribunale parallelo, dove le storie dell’infanzia vengono riesaminate con la lente impietosa del Diritto, rivelando mondi insospettabilmente complessi.
Ciò che rende l’opera sorprendente non è solo la trovata — già di per sé irresistibile — di trasformare Cappuccetto Rosso in un caso di “carcerazione gastrica” o Cenerentola in una seriale trasgressora del codice stradale, bensì l’eleganza con cui l’autore costruisce un intero sistema giuridico delle fiabe. La prefazione, intrisa di autoironia e passione accademica, delinea la disciplina immaginaria della Paleogiurisprudenza Mitografica e svela la genesi rocambolesca dell’archivio processuale da cui le sentenze sarebbero state tratte.
Della Selva non si limita a giocare con i registri: mette in scena giudici, avvocati e periti tanto credibili quanto paradossali, componendo un mosaico di voci che restituisce alle fiabe una profondità nuova. Il Lupo diventa un imputato con una strategia difensiva, la Regina di Biancaneve una criminale lucidamente premeditatrice, Tremotino un contraente da sanzionare per illiceità dell’oggetto.
Il risultato è un libro godibile, colto, sorprendentemente serio nel suo intento: mostrare come ogni storia, anche la più antica, contenga un nucleo giuridico che attende solo di essere portato alla luce. Favole in pretura è un invito a guardare l’immaginario con occhi diversi, coniugando il piacere della narrazione alla lucidità del diritto. Un testo per adulti curiosi, capaci di sorridere senza rinunciare al pensiero critico.



