EY: obiettivo crescere ancora

di nicola di molfetta

Il 2022 «si prospetta un anno di grandissimo lavoro, perché siamo in un periodo di forte crescita e siamo pronti a cogliere nuove opportunità. Abbiamo di recente presentato il piano strategico per i prossimi tre anni di attività dello studio che prevede ulteriori lateral hire e un’espansione territoriale che riguarderà sia l’area legale che quella fiscale». Stefania Radoccia è inarrestabile. L’avvocata che dall’estate del 2019 guida lo studio legale e tributario EY ha appena chiuso un anno in ulteriore crescita, facendo sentire il fiato sul collo alle insegne che presidiano la vetta del mercato. I ricavi ormai si aggirano tra i 145 e i 150 milioni con una crescita cumulata stimabile nell’intorno del 40%.

Il track record è eloquente. Nell’ultimo anno, EY ha assistito Telepass nell’acquisizione della francese Eurotoll dal gruppo spagnolo Abertis. Lo studio ha affiancato Hines in una serie di recenti investimenti (da complessivi 850 milioni di euro) per la rigenerazione e riqualificazione di aree ad alto potenziale della città di Milano. Inoltre, al fianco di Axpo Italia i porofessionisti di EY si sono occupati della sottoscrizione di due long term Power Purchase Agreements (PPA) con Canadian Solar Inc. per l’acquisto dell’energia elettrica prodotta da due impianti fotovoltaici di potenza complessiva pari a circa 84MW.  Sempre in ambito energy, da ricordare anche il ruolo che lo studio ha svolto per Natixis nella ristrutturazione del finanziamento, per l’importo di euro 86,9 milioni del primo parco eolico off-shore localizzato nel porto di Taranto e di potenza pari a 30 MW, realizzato dalla società Beleolico (gruppo Toto). Mentre in ambito Ip, EY ha affiancato, tra le altre, Bottega Veneta in relazione all’identificazione dei modelli giuridicamente tutelabili ai fini Patent Box e ha creato un Master Book dei modelli non registrati.

La squadra conta in tutto 750 persone. E se uno chiede a Radoccia quali sono gli obiettivi per il prossimo triennio, contrariamente a quelle che direbbe il 90% dei suoi colleghi maschi, lei non esita a rilanciare: «Nei prossimi tre anni puntiamo a una crescita in linea con quella ottenuta nei precedenti tre».
MAG l’ha incontrata di ritorno da un pranzo di lavoro e pronta a partire per una nuova trasferta. Impeccabile, come sempre. Per nulla affannata. Nei suoi occhi brilla la consapevolezza che con EY sta scrivendo un pezzo importante della storia contemporanea del mercato dei servizi legali. Una storia su cui lo studio sta incidendo affermandosi per il suo approccio internazionale, multidisciplinare e tecnologico.
 

Lo studio legale e tributario EY sta consolidando la sua presenza nel mercato e sta ampliando lo spettro delle aree di pratica in cui è presente: qual è lo stato dell’arte? Quali sono stati i maggiori conseguimenti fino a oggi?  
Dalla mia nomina a managing partner a luglio 2019, oltre 150 professionisti si sono uniti alla squadra e la squadra si compone attualmente di oltre 750 persone. Il fatturato è cresciuto complessivamente di oltre il 30% e prevediamo una crescita cumulata di oltre il 40% con la chiusura dell’anno fiscale (giugno 2022). Nel corso di questi anni abbiamo considerevolmente ampliato i settori coperti, integrando ad esempio l’IP e il diritto ambientale, ma abbiamo anche consolidato l’offerta già esistente in ambito corporate M&A e private equity e rafforzato la nostra expertise nei settori energia, infrastrutture, farmaceutico e immobiliare.

Nelle scorse settimane avete annunciato un lateral nel diritto ambientale (si veda la video intervista). In che direzione si muove questo innesto? 
È una fase di grande trasformazione per le aziende e, grazie ai cospicui investimenti previsti dal Pnrr, sono disponibili opportunità inedite, che contribuiscono a generare nuovi bisogni di servizi legali nei clienti. Il nostro ruolo di consulenti è cercare di anticiparli, offrendo supporto e competenza.  L’ingresso di Maria Cristina Breida rientra in questo approccio: la rinnovata attenzione ai temi legati alla sostenibilità e alla transizione ecologica richiede sempre più competenze nell’ambito del diritto ambientale e dell’energia, per la tutela dell’ambiente, per il nuovo mondo della mobilità sostenibile e per tutto quello che riguarda la rivoluzione verde. 

Quali saranno le prossime mosse? Quali i settori che considerate più strategici e in cui potreste realizzare nuovi investimenti?

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nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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