Eversheds Sutherland, in corsa per l’élite globale
«Eversheds Sutherland può essere annoverato tra gli studi legali globali di primo piano, e punta a crescere ulteriormente. Abbiamo fatto buoni progressi negli ultimi sei, sette anni. Dobbiamo continuare su questa strada. Ci aspettiamo che ci saranno meno studi legali veramente globali in futuro». Ian Gray, executive partner della law firm, responsabile della strategia clienti e chairman Europa è convinto che anche nel mercato dei servizi legali, così come è già successo per il mondo della consulenza, ci sarà una importante selezione di mercato. Probabilmente non si arriverà a un circolo ristretto come quello delle cosiddette big four, ma lo scenario competitivo sul piano mondiale sarà comunque sfidante. «Al momento nel settore legale, ci sono forse una quindicina di studi legali che cercano di far parte di questo gruppo globale. E pensiamo che questo gruppo si restringerà nei prossimi anni». Eversheds Sutherland, in questo contesto, sta portando avanti una strategia che si fonda su tre pilastri fondamentali. Primo, dice Gray in questa intervista a MAG, far crescere lo studio in Europa. «Questo ha comportato una serie di investimenti in Paesi dove siamo presenti da tempo, come l’Italia, ma anche l’ampliamento della nostra presenza in altre giurisdizioni. Tra le operazioni più recenti e di maggiore soddisfazione per noi, posso citare l’apertura in Portogallo (di cui abbiamo parlato sulle pagine del numero 123 di MAG Iberian Lawyer, ndr)». Poi c’è l’attenzione dagli Usa. «Il merger che ha dato vita a Eversheds Sutherland risale ormai al 2017». L’anno scorso, invece, la law firm ha aumentato il suo grip sull’asse cinese avviando una collaborazione con KWM che nel frattempo ha deciso di lasciare l’Europa. «Quindi questo ci ha portato dall’essere un grande studio, principalmente focalizzato su Europa, Regno Unito e Medio Oriente, a diventare una struttura davvero globale». Detto questo, sembra che l’approccio di fondo dello studio rimanga client driven. «Consideriamo il nostro business in base a ciò che i nostri clienti vogliono». Lo studio ha clienti in quasi tutti i settori aziendali, ed è molto attivo sui clienti industriali, multinazionali, molti dei quali di proprietà americana. Si tratta di realtà con «grandi affari in Germania, Italia, Francia, Spagna, a volte Paesi Bassi, a volte Europa orientale. Poi abbiamo grandi clienti tecnologici, ancora una volta americani ed europei, che vogliono costruire data center e sviluppare il loro business in Europa». Completano il quadro i clienti attivi nei servizi finanziari e bancari, oltreché quelli che si occupano di energia: «Tutti continuano a concentrarsi sui paesi europei chiave».
Ovviamente, la presenza della law firm in tutte le giurisdizioni europee consente di sviluppare molti di questi clienti anche in chiave cross country. «Pensi al Portogallo. È entrato a far parte di Eversheds Sutherland nel 2021. E uno dei nostri dieci migliori clienti in Italia quest’anno è stata un’azienda energetica portoghese. È un buon esempio di ciò che stiamo cercando di fare con il nostro business europeo. Abbiamo anche clienti irlandesi tra i nostri dieci migliori clienti in Italia, e ovviamente abbiamo anche diversi americani (oltre, ovviamente, agli italiani)». In controtendenza rispetto alle law firm che in questa fase sembrano interessate a concentrare i propri sforzi soprattutto su Londra e New York, Eversheds Sutherland, come conferma Gray, punta su un approccio ad ampio spettro. «Al momento, abbiamo una presenza diretta in 34 Paesi. Ma lavoriamo anche dove non siamo presenti. Lo facciamo con diversi studi partner. Nei 34 paesi in cui siamo Eversheds Sutherland, stiamo cercando di costruire e ampliare piuttosto che restringere». In Italia, nell’ultimo anno, lo studio guidato dallo steering committee formato da Valentina Pomares, Marcello Floris e Sebastiano Sciliberto, ha aggiunto quattro nuovi soci. A cominciare da Tiziana Del Prete, arrivata dalla sede milanese di Norton Rose Fulbright a novembre 2023, per rafforzare l’area corporate m&a dello studio, in particolare sul fronte restructuring. A gennaio, 2024, anche per effetto dell’accordo con i cinesi di KWM, nella sede di Milano di Eversheds Sutherland è stata la vota di Davide Proverbio, uno dei nomi più noti sul versante private equity, che si è unito allo studio anche come membro del team di coordinamento della practice dedicata alle fusioni e acquisizioni. A marzo scorso, poi, lo studio ha affidato a Benedetta Amisano (ex Carnelutti) la guida della practice di real estate. Mentre, a maggio, è arrivato Pasquale Bifulco a rafforzare ulteriormente il gruppo di professionisti dedicato a banking & finance, dopo quasi 15 anni in Clifford Chance e successivamente due anni nello studio legale associato a Shearman & Sterling.
«In Italia – prosegue Gray – con 26 soci e 70 professionisti, abbiamo una delle sedi più grandi in Europa. Il lavoro dei nostri soci qui, sta ottenendo ottimi risultati», inclusa una crescita che nel 2023, in base alle stime di MAG riportate nell’ultima edizione dello speciale Best 50, si è attestata al +7,5%. «Siamo stati in grado di assumere nuove persone da altri studi, sia italiani sia internazionali. E questo significa che siamo in grado di rafforzare la nostra competenza». Il mercato italiano, aggiunge Gray, «è probabilmente, insieme alla Germania, il mercato più interessante per i nostri clienti americani. La potenza industriale del Paese, in particolare, (che non è così ben compresa fuori dall’Italia) emerge chiaramente lavorando con i nostri colleghi italiani. Penso che ci saranno buone opportunità per i professionisti qui, nei prossimi cinque-dieci anni». Tra le sfide future, però, c’è la grande incognita tecnologica. Un fattore di cambiamento rispetto al quale Gary non si mostra preoccupato. «Lo studio sta abbracciando l’IA e la tecnologia, vedendola come…
PER PROSEGUIRE LA LETTURA CLICCA QUI E SCARICA LA TUA COPIA DI MAG