Eredità digitale: i giovani notai al lavoro su una modifica del regolamento Ue
Cosa succede ai dati contenuti nei profili dei social network quando una persona muore? Come si interpreta, in questo caso, il contratto di licenza tra utente e piattaforma? E quali sono le regole che possono aiutare a risolvere il problema? Sono tante – e ancora senza risposta perché regolate da una normativa incerta – le domande che riguardano il tema della cosiddetta “eredità digitale”: quel patrimonio di contenuti fatti da dati bancari, ebook, canzoni, fotografia, musica, film, posta elettronica e molto altro che quando una persona muore non possono essere “ereditati” da figli e parenti come avviene invece per i beni materiali.
Un problema che nel nostro Paese non è ancora stato affrontato in maniera organica e che tuttavia si affaccia con sempre maggiore urgenza visto che gran parte della nostra vita si svolge oggi sulla rete. Come affrontare quindi il problema tenendo insieme esigenze dei consumatori e delle aziende? A questa domanda ha provato a rispondere l’Associazione italiana giovani notai (Asign) durante l’assemblea che si è svolta venerdì 15 aprile presso la sala Capitolare della biblioteca del Senato.
L’intenzione dei notai – come ha spiegato in un’intervista al quotidiano La Repubblica il presidente dell’associazione Ludovico Maria Capuano – è infatti quella di proporsi “come soggetti terzi e garanti nei confronti sia delle aziende che dei cittadini che le cose si svolgano secondo la legge per garantire da un lato la privacy, dall’altro che la possibilità di contestazione si riduca a zero come accade oggi con le transazioni immobiliari. L’appiglio normativo ce lo abbiamo già, e si fonda sul regolamento Ue della successione internazionale che affida al notaio il compito di stabilire chi siano i reali destinatari dell’eredità”.
L’intenzione dei giovani notai, come spiegato durante l’incontro dal notaio Raffaele Viggiani, è quella di proporre una modifica per gestire la fase della morte del titolare del contratto con la creazione di un servizio di registrazione online per accedere agli account del defunto”. A rappresentare e spiegare il punto di vista delle aziende digitali è intervenuto anche Carmelo Fontana, senior regional counsel di Google Italy.