ED ORA LIBERALIZZAZIONI

di Aldo Scaringella

Habemus papam! Finalmente in questa settimana l'Italia liberatasi il 12 novembre ha visto la nascita del nuovo governo. Un governo fatto di competenze e privo di quegli eccessi pagliacceschi che tanto male hanno fatto al Paese, in Italia e all'estero.

Mario Monti e Antonio Catricalà, presidente del consiglio e sottosegretario alla presidenza, il primo ex commissario europeo alla concorrenza e il secondo ex numero 1 dell'autorità garante del mercato e della concorrenza in Italia. Catricalà ha spesso espresso le sue opinioni sulla necessità di riformare le professioni liberalizzandole e aprendole ad una salutare concorrenza in termini di crescita. L'Europa, sono anni che chiede all'Italia le liberalizzazioni. E Monti nei suoi discorsi inaugurali ha parlato di revisione della disciplina degli ordini professionali. E i professionisti come reagiscono.

Giovedì, non senza timori, s'è riunito il Cup, il comitato unitario delle professioni, guidato dal presidente Marina Calderone. Le dichiarazioni dei convenuti riportate venerdì su Il Corriere della Sera, in un pezzo di Isidoro Trovato ne erano la prova. La Calderone: “In realtà non abbiamo particolare timore di questo nuovo progetto..”. Tradotto: Temiamo molto le possibili azioni del nuovo governo. E poi continuava dopo aver elogiato le competenze dei componenti del governo: “Naturalmente saremmo ben felici di aprire un confronto costruttivo per poter dare il nostro apporto, da attori istituzionali, in una fase delicata come questa..” Ma dove erano i professionisti negli ultimi tre mesi quando, con un governo di incapaci irresponsabili, abbiamo rischiato di deragliare pericolosamente, mentre confindustria, abi, assonime, sindacati e tutto lo scenario delle parti sociali chiedevano tavoli al governo per portare proposte risolutive nel tentativo di arginare la frana del paese? Dove erano questi attori istituzionali che avevano a cuore la cosa pubblica? E poi l'illustre Guido Alpa: “Ci attendiamo davvero tanto dal nuovo ministro della giustizia, si tratta di una collega stimata e preparata che conosce i problemi e le tematiche più delicate della nostra categoria.” Si tratta di una collega. Una collega non può tradire il corporativismo della categoria, è una di noi. Un po' come sostenere che per regolamentare i costruttori ci voglia un costruttore. Vogliamo tranquillizzare Marina Calderone, e il prof. Alpa. La concorrenza, come ormai scrivo da qualche anno, è un bene più che necessario per il sistema Italia e per le professioni. E spero che un professore come Alpa abbia gli strumenti culturali per poter comprendere questo elementare concetto. Diversamente dovremmo pensare che anche l'università italiana talvolta abbia clamorosamente fallito.

A quei rappresentanti istituzionali miopi del mondo delle professioni, restano due sole constatazioni: la prima di aver perso l'occasione di dimostrare senso di responsabilità nei passati tre mesi intervenendo attivamente nel dibattito sul paese, e la seconda di non aver compreso di dover uscire dalle ipocrisie del corporativismo ammettendo la necessità storica di un processo di liberalizzazioni e riconoscendo la propria sconfitta.

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