ECCO QUANTO FATTURANO I PRIMI 50 STUDI LEGALI ATTIVI IN ITALIA

Caccia alla redditività. Il 2013, grazie al buon andamento degli ultimi mesi, è stato l’anno della svolta nell’approccio alla crisi quinquennale dei mercati. Ovvero, l’anno in cui gli operatori di molti settori hanno deciso che era venuto il momento di affrontare l’incertezza di petto, rimboccarsi le maniche e tornare a cercare una strada praticabile per riagguantare la crescita. Questo è accaduto anche al mercato dei servizi legali. Il settore, secondo l’annuale monitoraggio del centro ricerche di Legalcommunity.it sui fatturarti dei primi 50 studi legali attivi in Italia, ha registrato un calo del giro d’affari dello 0,2%, totalizzando complessivamente 1,639 miliardi di euro. Il 38% degli studi inseriti nella Best 50 di Legalcommunity.it ha archiviato il 2013 con risultati in crescita. La maggioranza (56%), invece, ha subito una riduzione dei propri ricavi. Mentre una sparuta minoranza (6%) ha chiuso sostanzialmente in linea con l’anno precedente. Tuttavia, così come è stato per il resto dell’economia nazionale e globale, anche per il comparto dei servizi legali, la seconda metà dello scorso anno è coincisa con una forte ripresa dell’attività anche sul fronte delle operazioni straordinarie. La tendenza ha spinto molte strutture a organizzarsi e strutturarsi per riuscire a recuperare la redditività perduta negli anni della crisi a causa della rarefazione dei deal e della pressione al ribasso sulle parcelle.

POLARIZZAZIONE DELLA SCALA GERARCHICA
Questo sforzo si è tradotto in una revisione della compagine professionale degli studi con un incremento delle risorse junior e una riduzione di quelle senior. Le prime sono tornate a essere strategiche in una fase congiunturale che vede la ripresa delle attività e quindi richiede “forza lavoro” da impiegare sui deal. Le seconde sono quelle che, in molti casi, erano arrivate a rappresentare un costo insostenibile per gli studi legali soprattutto perché sproporzionato rispetto alla loro produttività e capacità di generare valore aggiunto. Quello a cui si è assistito, quindi, è stata una polarizzazione della scala gerarchica all’interno delle associazioni professionali con un accorciamento della distanza che separa i soci equity dai collaboratori. Sul piano dei numeri, quindi, guardando all’insieme dei primi 50 studi, si osserva un calo dei salary partner dell’8,2% e un aumento degli associate dello 0,5%. In calo anche gli equity partner: -6,6%. Quest’ultimo dato è significativo perché evidenzia lo sforzo fatto da molte realtà per riportare in equilibrio il rapporto tra il business case individuale dei soci e il valore dell’equity dello studio. Molti cambi di poltrona da parte di soci, nel corso del 2013, sono stati dettati esattamente da questa esigenza.  

PORTE GIREVOLI PER GLI ASSOCIATE
Quanto all’infornata di associate, invece, vanno fatte alcune considerazioni. ?A differenza del passato, infatti, non si è assistito al rastrellamento indistinto di nuove leve. La sensazione è che gli studi associati abbiano cambiato atteggiamento verso gli avvocati più giovani non più considerati “braccianti del diritto” ma professionisti da coltivare valorizzandone le doti e le qualità all’interno di un progetto di sviluppo dello studio. Anche su questo versante, tuttavia, bisogna notare lo sforzo fatto da molte realtà per abbattere la propria struttura di costi. E quindi, se da un lato le porte degli studi si sono aperte per associate in erba, dall’altro si sono chiuse per chi aveva accumulato molti anni alle spalle ma senza riuscire a sviluppare un business case personale che ne prospettasse l’ingresso nella partnership. ?Si possono leggere così, per esempio, i dati relativi a studi come Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners. Questa realtà ha registrato un elevato numero di nuovi arrivi sul versante dei collaboratori (38 associate) tuttavia non ha visto crescere il numero complessivo degli associate. Anzi, per lo studio fondato da Francesco Gianni, il saldo tra ingressi e uscite risulta negativo con un calo del numero totale degli associate passati da 191 a 157. Tra gli studi con il saldo positivo tra ingressi e uscite di associate, invece, spicca Bonelli Erede Pappalardo con 87 professionisti in più dell’anno precedente. Lo studio, inoltre, stando ai dati raccolti, è l’unico che nel 2013 contava ancora più di 300 avvocati. Intensa attività di recruiting anche da parte di Legance dove il numero degli associate è salito di 40 professionisti nel corso dell’anno.

I BEST 10 FANNO IL 48,6% DEL MERCATO
I dati 2013 confermano la forte concentrazione del fatturato tra i primi 10 studi in classifica che da soli determinano il 48,6% (48,4% nel 2012) del giro d’affari del settore. Tra questi, la migliore performance in termini di crescita, secondo le stime del centro ricerche di Legalcommunity l’ha messa a segno Clifford Chance con un incremento dei propri ricavi del 7,3%. Lo studio guidato da Charles Adams (che a settembre lascerà il timone a Giuseppe De Palma), tuttavia, non è riuscito ancora a recuperare il terreno perso a favore di Dla Piper che con 56,8 milioni si conferma la prima insegna internazionale in Italia. Allo stesso tempo, però, va notato che il 2013 è stato il primo anno in cui la performance dello studio guidato da Bruno Giuffrè e Wolf Michael Khune ha segnato un andamento negativo con una contrazione del 3,6% rispetto all’anno precedente. In calo anche Chiomenti (-3,1%), Freshfields (-2,7%) e Nctm (-1,6%). Mentre tra i primi dieci studi per fatturato, quelli che hanno messo a segno la performance migliore, oltre a Clifford Chance, sono stati Gianni Origoni Grippo Cappelli (+2,9%), Bonelli Erede Pappalardo (+1,5%) e Pirola Pennuto Zei (+1,6%). Lo studio, un tempo braccio legale del colosso della consulenza PriceWaterhouseCoopers, non solo si conferma tra le prime cinque realtà nazionali ma testimonia anche il peso crescente che queste strutture stanno acquisendo nel mercato. Nella Best 10, infatti, emerge anche KStudio Associato, ovvero il legal del network Kpmg, che si piazza al sesto posto grazie a un giro d’affari di 57 milioni (+1,8%).

MA QUANTO HANNO FATTURATO I PRIMI 50 STUDI LEGALI ATTIVI IN ITALIA NEL 2013? PER LEGGERE TUTTI I DATI DEL CENTRO RICERCHE DI LEGALCOMMUNITY.IT E LA VERSIONE COMPLETA DI QUESTO ARTICOLO, SCARICA GRATIS MAG by LEGALCOMMUNITY: CLICCA QUI

 

SHARE