Ecco gli avvocati che hanno dominato il I semestre di M&A
Il 2015 è sempre di più l’anno del risveglio per l’m&a italiano. Nel secondo semestre, il valore complessivo delle operazioni messe in cantiere e intercettate dall’osservatorio di legalcommunity.it, ha abbondantemente superato il tetto dei 30 miliardi di euro. Mentre i deal chiusi formalmente risultano essere più di 230. L’attività degli studi legali più prolifici è praticamente raddoppiata rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. L’associazione numero uno della Best 20, ovvero l’elenco dei venti studi legali che hanno seguito il maggior numero di operazioni durante primo semestre 2015, per esempio, ha all’attivo 27 mandati, praticamente il doppio dei 13 che aveva all’attivo il numero uno della Best 20 del primo semestre 2014. Mentre il valore medio dei deal su cui hanno lavorato i Best 20, tra il primo gennaio e il 30 giugno 2015, è balzato del 477% arrivando a 485 milioni euro, contro gli 84 milioni euro dello stesso periodo dell’anno precedente.
Un bilancio positivo, dunque, quello di metà percorso a cui si aggiunge un dato altrettanto significativo: l’m&a torna a essere terreno d’elezione per le insegne nostrane e comunque per quelle che hanno una presenza diretta nel Paese. Infatti, se si prendono in considerazione i primi dieci studi per numero di operazioni seguite nel primo semestre 2015, non si può non notare che ben nove di essi siano italiani. Unica law firm internazionale presente nella classifica, in decima posizione, è Clifford Chance con nove deal all’attivo per un valore complessivo di quasi 7 miliardi di euro. Stesso discorso vale se si considerano i Best 10 per valore dei deal seguiti. Le uniche due insegne straniere non presenti in Italia che fanno capolino in questo secondo elenco, sono JunHe e Slaughter and May, che hanno però lavorato di supporto a studi italiani (rispettivamente Pedersoli e BonelliErede) nei deal ChemChina-Pirelli, Yoox-Net a Porter e Dufry-World Duty Free.
Come sempre, però, MAG by legalcommunity.it sceglie di dare maggiore rilevanza al volume dell’attività svolta dagli studi legali piuttosto che al suo valore. Ciò, in considerazione del fatto che sempre meno spesso è possibile presumere e stimare una correlazione direttamente proporzionale tra valore del deal e parcella che esso ha prodotto. Al di là del contesto di incipiente ripresa, infatti, quello che osserviamo è ancora un buyers market, vale a dire un contesto in cui sono i clienti a fare il prezzo delle attività di assistenza legale e dove i clienti continuano generalmente a tenere alta la pressione sulle tariffe legali.
GIANNI ORIGONI GRIPPO IN TESTA CON 27 OPERAZIONI
Lo studio Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners, con 27 operazioni per un valore complessivo di oltre 16,9 miliardi di euro, si piazza alla testa della Best 20 per numero di deal. Francesco Gianni, peraltro, stando ai dati MergerMarket, è anche l’avvocato più prolifico con sette operazioni all’attivo nei primi sei mesi dell’anno. Segue Chiomenti che è stato impegnato in 25 operazioni per più di 11,2 miliardi di euro e che risulta essere lo studio con il maggior numero di dealmaker. Infatti, ben cinque dei 20 Best lawyer per numero di operazioni seguite tra gennaio e giugno 2015, sono soci dello studio guidato da Carlo Croff. Si tratta dello stesso Croff (che ha 6 operazioni), Luca Fossati (4), Manfredi Vianini Tolomei e Luca Frignani (entrambi con 3 deal) e Francesco Tedeschini (2).
Sul terzo gradino del podio, invece, si piazza Nctm che ha 18 deal per un valore complessivo di 480 milioni. Attività intensa, per lo studio guidato da Alberto Toffoletto, anche se i big deal languono. Per lo studio di via Agnello, Pietro Zanoni si conferma tra i best performer con tre operazioni nel semestre.
SCATTO DI LOMBARDI E GATTAI NEL SECONDO TRIMESTRE Se si concentra l’analisi solo sul secondo trimestre (per il dettaglio del primo trimestre si veda il numero 35 di MAG by legalcommunity.it) si nota come alcuni studi abbiano avuto un’accelerazione della loro attività proprio nel periodo compreso tra aprile e giugno. È il caso di….
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