DLA Piper vince sulla cessione totalitaria di quote
La cessione totalitaria di quote non è mai cessione di azienda, a stabilirlo la CTR Sardegna in un rilevantissimo contenzioso tributario. Si tratta di uno dei temi più caldi nel panorama tributario, che preoccupa i fiscalisti ed anche i notai quando devono presentare alla registrazione atti di cessione totalitaria di quote che il fisco potrebbe riqualificare in cessione di azienda.
La CTR Sardegna chiarisce che in queste ipotesi non si può parlare di abuso del diritto in quanto si tratta di un singolo atto e il nuovo art. 10 bis dello statuto del contribuente è chiaro sulla possibilità di scelta tra diversi atti posti sullo stesso piano dall’ordinamento.
Per quello che riguarda la disposizione di cui all’art. 20 del TU di registro, secondo i giudici tale disposizione contempla la possibilità di riqualificare atti solo sulla base dei loro effetti giuridici ed in questi casi ciò non è possibile per le rilevantissime differenze di responsabilità, civilistiche, contabili e fiscali tra cessione di quote (anche totalitaria, la legge non distingue) e cessione di quote. L’atto quindi resta soggetto ad imposta fissa di 200 euro e non a imposta proporzionale di registro (che nel caso di specie ammontava a circa 3 milioni di euro).
DLA Piper ha agito con un team coordinato da Antonio Tomassini (nella foto), partner responsabile del dipartimento Tax in Italia e dello European tax dispute team, coadiuvato dal lead tax advisor Alessandro Martinelli e dalla tax advisor Aurelia Casali.