Dla Piper: Quo Vadis Italia? L’immobiliare italiano resta attrattivo
DLA Piper ha organizzato a Milano la quinta edizione del real estate summit Quo Vadis Italia?, in collaborazione con CBRE, Cushman&Wakefield, GVA Redilco, JLL, ULI Urban Land Institute.
L’appuntamento ha riunito il gotha internazionale del settore immobiliare, oltre 40 top manager internazionali e nazionali – di cui circa il 50% donne – di primari investitori, banche e società di gestione – in rappresentanza di oltre 200 miliardi di euro di assets under managerment – hanno offerto in sette differenti panel il punto di vista sugli investimenti immobiliari, delineando le opportunità offerte dal mercato italiano.
Oltre il 70% degli investimenti immobiliari in Italia nel 2017 proveniva da capitali internazionali, una percentuale destinata a crescere e incrementare di anno in anno: si stima che, a fine 2018, la percentuale possa superare il 75%.
Olaf Schmidt, Co-Managing Director per l’Europa e il Medio Oriente e Co-Responsabile del Sector Real Estate Global di DLA Piper, ha introdotto così l’avvio dei lavori:«Nonostante l’attuale clima politico difficile e quasi ostile verso l’Europa, l’Italia continua ad attrarre l’interesse degli investitori internazionale. Esiste però una netta differenza tra chi è già presente nel mercato e chi non ha ancora investito in Italia. Mentre i primi prendono una visione di medio-lungo periodo e si fidano della capacità del mercato italiano di resistere alle attuali tendenze, chi no ha ancora messo piede nel nostro paese preferisce aspettare per il momento. Gli investitori internazionali sono soprattutto alla ricerca di opportunità nel settore residenziale, declinato sotto ogni forma, dallo student housing al microliving fino alla sua interpretazione tradizionale e al senior living o residenziale assistito. Ma il prodotto scarseggia, dobbiamo essere pronti e veloci nel saper rispondere a questa domanda di mercato».
A evidenziare i trend e l’andamento del mercato italiano e i suoi numeri l’avvocato Paolo Foppiani, Partner DLA Piper: «Quale è la situazione attuale per il mercato italiano? Come si posiziona il nostro Paese nello scacchiere dei grandi investitori internazionali? Gli interventi odierni hanno mostrato un andamento anticiclico rispetto ai trend globali. A dispetto della attuale situazione politica, il nostro mercato immobiliare continua ad attrarre capitali domestici e internazionali, con una costante ricerca e tensione verso prodotti di elevata qualità. Il real estate è un’asset class che continua a crescere anche a livello europeo, con un monte investimenti complessivo che nel primo semestre 2018 ha raggiunto i 105 miliardi di euro, in crescita il settore uffici con 52,7 miliardi di euro (+6%), retail a 24,2 miliardi di euro (+10%), mentre calano l’industriale che registra 12,6 miliardi di euro (-25%) e gli hotels a 7,4 miliardi di euro (-11%). Nonostante un calo del totale complessivo degli investimenti, che nel primo semestre 2018 hanno toccato i 3,7 miliardi di euro (in calo del 23%), il settore uffici ha raccolto 1,3 miliardi di euro (-30%), mentre il retail è cresciuto del 31% raggiungendo 1,5 miliardi di euro, il settore industriale ha raccolto 0,6 miliardi di euro (+57%), mentre calano del 50% gli investimenti nell’hotellerie con 0,3 miliardi di euro. Milano si conferma una realtà privilegiata per gli investimenti immobiliari, l’unica in grado di competere con le altri grandi capitali europee ma in grado di offrire pricing ancora competitivi. Uffici e high street la fanno ancora da padrone ma gli investitori stranieri confermano l’interesse a investimenti massicci nel settore residenziale». Sul punto è intervenuto anche Francesco de Blasio, Partner DLA Piper, che ha aggiunto: «La quinta edizione del Quo Vadis Italia ha confermato i trend in atto nel mercato italiano del real estate: grande interesse verso gli investimenti immobiliari in Italia, nonostante gli effetti potenziali della situazione politica, considerato che l’asset class si conferma adeguata per coloro che abbiano interessi di medio lungo periodo. Molto interessante notare, come accanto a tradizionali categorie, come quello degli uffici, stia raccogliendo sempre più interesse quello della logistica, anche alla luce dei veloci cambiamenti sulla catena distributiva con l’arrivo di nuovi player e della crescente presenza dei giganti dell’e-commerce».
Nel corso dell’intervento di apertura, Andrew McCaffery – Global Head of Strategic Client Investments in Aberdeen Standard Investments – dedicato al tema “Equity, Debt and Alternative Assets” ha evidenziato come, in una valutazione di rischi e opportunità in termini di ritorni, analizzando un orizzonte temporale dei prossimi cinque anni, asset quali “europe ex uk commercial property” o “infrastructure renewables” siano in grado di ipotizzare dei ritorni attesi tra il 4% e il 5%, i “global commercial property” di circa il 3% e le “us commercial property” di circa il 2%, contro “euro inflation linked govt bonds”, “euro govt bond” che superano di poco l’1% o “us equities” che si avvicinano all’1%.
L’analista ha quindi sottolineato un forte interesse nei confronti di settori alternativi: citando il rapporto “PwC Emerging Trends in Real Estate Asia Pacific 2018”, i principali ambiti in cui gli investitori sono oggi attivi o hanno a breve pianificato investimenti sono il senior housing e affordable housing (16%), seguiti da student housing, business parks e shared services offices (14% per ogni voce), quindi data centers (11%) e altre.
In tale contesto macroeconomico, il real estate europeo si è sicuramente saputo distinguere con un rolling annual asset level total returns che si conferma stabilmente al 14,5%, superando quello di tutte le altre macro aree a livello mondiale.
Quali le aspettative per il mercato italiano? A fronte di una crescita attesa sugli office rental di circa il 10% per Milano – quarta piazza europea dopo Stoccolma, Berlino e Amsterdam – la stima di crescita (a un anno) è del 3,8% per Milano e dell’1,6% per Roma.