Dla Piper al FASHIONLINE fashion blogger e-commerce e wearable technologies

Strategie, opportunità ma anche rischi nella sfida verso la "moda 3.0", questo il tema di fondo dell’evento svoltosi venerdì in Borsa Italiana ed organizzato dallo studio legale DLA Piper al quale hanno partecipato oltre 130 ospiti. Prodotti originali, comunicazioni diversificate e piattaforme innovative pongono le aziende operanti nel settore fashion, retail e design di fronte a un mercato in costante evoluzione verso nuove tendenze a cui gli operatori del settore sono chiamati a reagire rapidamente, con risposte inedite. "Le recenti trasformazioni legate alla tecnologia, radicali e irreversibili, impongono alle aziende di guardare al business e al mondo dei consumatori in modo totalmente diverso perché cambiano i prodotti e i processi. Più che di e-commerce si parla così di connective commerce, creando un'integrazione tra la parte virtuale e i punti vendita. Anche la comunicazione cambia: i contenuti branded sembrano prevalere rispetto alla pubblicità tradizionale mentre gli operatori cambiano pelle e diventano editori di se stessi" ha spiegato Giangiacomo Olivi (in foto), Partner responsabile del dipartimento IP&T in Italia e Co-Chair del gruppo internazionale Fashion, Retail and Design dello Studio. "Comunicare e vendere online è una condizione imprescindibile nel processo di internazionalizzazione del proprio business per l'industria italiana del fashion. Per affrontare questa sfida sono necessari una visione ampia del business e un approccio multidisciplinare al mercato e ai consumatori" ha concluso Olivi. Proprio l’analisi di queste nuove tendenze e il confronto dei rischi e delle opportunità sono stati gli argomenti principali delle due sessioni dell’evento odierno: Tech & Legal e Blog & Industry. La prima sessione è iniziata con la presentazione di una ricerca dell’Osservatorio eCommerce B2c della School of Management del Politecnico di Milano sul mercato e-fashion in Italia, a cura di Valentina Pontiggia. "Le vendite online nel settore abbigliamento sono arrivate a circa 1.4 miliardi di euro a fine 2013 con un incremento del 30% sul 2012, mentre il settore dell’abbigliamento pesa per il 12% sul totale dell’e-commerce che nel 2013 si è attestato a circa 11.3 miliardi di euro, con una crescita costante negli anni per entrambi i valori. Importante inoltre il tasso di crescita delle vendite dell'abbigliamento dall'Italia verso altri Paesi, con un incremento del 30% registrato nel 2013 rispetto all'anno precedente. In futuro ci aspettiamo tassi di crescita analoghi per effetto dell'aumento dell'Internet mobile dovuto all'uso sempre più diffuso di smartphone e tablet e alla penetrazione dei social media e della App dedicate" ha concluso Valentina Pontiggia. Successivamente esperti internazionali di DLA Piper si sono confrontati in un panel dedicato all’ecommerce, alle wearable technologies ed ai blog. Gli avvocati Ann Ford (Stati Uniti), Ruth Hoy (Regno Unito), Betty Louie (China Desk, Italia), Carol Umhoefer (Francia), moderati da Giulio Coraggio (Italia), partendo dai dati del benchmark prodotto dallo Studio che ha confrontato la regolamentazione e le leggi applicabili ai blog e all'e-commerce in 10 diverse giurisdizioni, hanno evidenziato le implicazioni legali connesse ai trend che porteranno sempre di più a una integrazione tra aziende, consumatori e mondo della comunicazione. La seconda sessione è iniziata con un'intervista di Tommaso Palazzi (Class CNBC) a Paola Vee, Publisher & Editor in Chief, Les Cahiers Fashion Marketing, che ha analizzato i trend del settore: "L’eccessiva offerta d’informazione (ogni secondo nasce un nuovo blog!) ha prodotto ciò che viene chiamata ipertelia comunicazionale. C’è una grandissima frammentazione e competizione. Oggi però non basta aprire un blog per essere un blogger, e non basta nemmeno più realizzare un prodotto di buona qualità (ben scritto, con qualità iconografica, ecc.) per renderlo competitivo. Un blogger deve rispondere ad una precisa esigenza (inteso come bisogno) di una nicchia di lettori". Inoltre, ha aggiunto Paola Vee: "la carta stampata continuerà a esercitare fascino e ad essere importante per l’endorsement dato ai brand della moda. La capacità artistica di una rivista di moda patinata non ha pari. Tuttavia, concentrarsi sul lato artistico del business non deve distrarre l’attenzione dalle esigenze di un mercato di consumatori che è profondamente cambiato". L'evento si è concluso con un panel composto da Eleonora Carisi – Fashion influencer, JouJou Villeroy, Caterina Di Iorgi – Blogger, Style & Fashion 2.0, Francesco Giartosio – Founder & CEO, Glass Up, Gianluca Pastore – Worldwide Communication Director, Benetton Group e Michele Zamboni – Legal Manager, Roberto Cavalli, moderato da Tommaso Palazzi, e dedicato all’interazione tra il mercato e le nuove tecnologie. Nella difficoltà di prevedere quel che avverrà nel mondo tecnologico, l’invito è stato quello di riflettere, con l'apertura mentale e la curiosità proprie degli operatori del settore, sull’evoluzione dei sistemi di comunicazione. La conclusione tracciata è stata quella che parlare di mondo online e offline non ha più alcun senso: il mondo online si rapporterà con i brand della moda non più solo come commentatore, ma come vero e proprio influencer nel processo d’ideazione.

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