Il “diritto” della Bocconi

Il corso di laurea magistrale in giurisprudenza (Clmg) della Bocconi compie 20 anni. Le celebrazioni sono iniziate l’11 aprile con la giornata del giurista 2019 e si sono concluse il 19 ottobre, con un evento che ha visto una reunion della comunità dei laureati e un dibattito sulle sfide lanciate ai giuristi: dallo sviluppo economico, all’internazionalizzazione e la tecnologia.

Avviato nel novembre 1999 con una prima classe di 160 allievi, oggi il corso ne immatricola quasi 300 all’anno, 3.408 in vent’anni: «Professionisti in grado di leggere un bilancio, usare la statistica, capire l’azienda», dice Pietro Sirena, direttore della scuola di giurisprudenza dell’università.

Il corso in studi giuridici, in questo ventennio si è caratterizzato per: la profonda internazionalizzazione – «diamo la possibilità di fare un semestre di scambio all’estero in una delle nostre 59 scuole partner in ogni parte del mondo», afferma Sirena –, l’interdisciplinarietà e per essere all’avanguardia nell’interpretazione dell’impatto che la rivoluzione digitale ha sul diritto, le professioni giuridiche e i servizi legali. «Abbiamo avviato filoni di ricerca sulla robotica, l’internet of things, l’utilizzo degli algoritmi nelle decisioni di policy, giudiziali e aziendali e alla formazione giuridica ed economica affiancheremo sempre di più quella di data science e coding», aggiunge Sirena.

 

 

La notorietà e l’autorevolezza dei docenti, il network, la spendibilità del titolo, sono alcuni degli aspetti che più hanno caratterizzato il Clmg.

MAG, ha raccolto le voci di professori ed ex alunni raccontando il percorso in diritto della Bocconi, tra l’altro frequentato da molte studentesse, il 57% sul totale: «Un gran passo avanti se si pensa che fino al 1962 le donne non potevano amministrare la giustizia», come sottolinea Giovanni Iudica, professore di diritto civile ed ex direttore della scuola di giurisprudenza in Bocconi. …

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