Direttiva PIF: nella Fase 3 riaprono le frontiere della lotta antifrode

di alessio del nigro, fraud auditor & forensic accountant

In un momento storico in cui la pandemia globale ha colpito duramente le economie nazionali, gli esperti della lotta alla criminalità economico-finanziaria hanno ripreso a pieno ritmo la loro attività professionale, riconoscendo nell’attuale situazione di emergenza il perfetto ecosistema per il proliferare di attività illecite e criminose.

L’iniezione di risorse finanziarie dalla Comunità Europea è stata (ed è tuttora) il campanello d’allarme che ha immediatamente messo in guardia i professionisti antifrode, i quali già da tempo stanno investendo in programmi e iniziative volte a contrastare l’atteso esponenziale incremento dei rischi di reati a livello nazionale e internazionale.

Anche lo Stato italiano, accertata la necessità di ricevere finanziamenti dall’Unione Europea per il necessario rilancio economico del Paese, ha accelerato l’iter di approvazione del decreto legge attuativo della cosiddetta Direttiva PIF (“Protezione Interessi Finanziari”, UE 2017/1371).

Il decreto, approvato lo scorso 6 luglio in esame definitivo dal Consiglio dei Ministri, è stato introdotto con lo scopo di ridurre gli ostacoli comunicativi e informativi internazionali e facilitare in tal senso la cooperazione comunitaria nel contrasto alle condotte fraudolente più gravi del settore finanziario, definendo un sistema di regole condiviso per la lotta ai reati economico-finanziari ai danni dell’UE.

Nel mirino del decreto rientrano, in particolare, i reati tributari e i reati contro la Pubblica Amministrazione…

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