DING & FIRST, IL PESCE DAPRILE DI LEGALCOMMUNITY
Certo, qualcuno ci è arrivato subito, qualcun altro ha prima provato a capire a chi bisognasse rivolgersi per poter presentare la propria candidatura. Altri hanno accarezzato l’idea di offrire la disponibilità per dare vita a sedi territoriali.
Ma alla fine è stato chiaro a tutti: l’annuncio dell’imminente arrivo di Ding & First in Italia era un pesce d’aprile. Se abbiamo urtato la sensibilità di qualcuno tra i nostri lettori, ci scusiamo. Anche se l’assoluta maggioranza delle reazioni alla notizia alla fine si è detta “divertita” dalla boutade.
La tentazione di vedere di nascosto l’effetto che avrebbe fatto la notizia dell’arrivo in Italia di uno studio internazionale, dopo anni di magra, è stata forte. E l’occasione del primo d’aprile, giorno in cui tutto o quasi è concesso (dall’annuncio della caccia ai Pokemon di Google all'introduzione della guida a destra anche in Scozia), non poteva essere persa.
L’interesse dei professionisti verso nuove opportunità è elevatissimo. Da tempo mancano movimenti o iniziative che, anche solo a livello potenziale, possano smuovere le acque, cambiare gli equilibri e rilanciare il mercato dei servizi legali aprendo nuove prospettive di sviluppo. La sensazione è che nella comunità professionale ci sia una diffusa consapevolezza che la disponibilità a investimenti di lungo respiro basati su una visione strategica e imprenditoriale possa arrivare solo dall’estero.
Del resto lo vediamo da tempo. La maggioranza delle operazioni in ambito societario e finanziario ha carattere cross border. ?Sempre più, i capitali che comprano Italia provengono da Oltreoceano. E la possibilità di fare business sotto l’insegna di una realtà internazionale capace di intercettare sul nascere deal e mandati, può rappresentare la svolta che molti inseguono.
Ancora tante scuse e complimenti a tutti quelli che da subito hanno sentito (ding!) che quel “first", più che un cognome era un riferimento al primo giorno del mese in calendario.