DI TANNO, TRE SCENARI PER IL DOPO PETRECCA

Integrazione con un grosso studio nazionale. Rafforzamento della sede di Milano. O avanti da soli e come prima. Quale sarà la mossa che lo studio Di Tanno deciderà di giocare dopo il primo aprile, ovvero dopo che gli ex soci Stefano Petrecca ed Eugenio Romita assieme a 7 collaboratori si saranno trasferiti armi e bagagli da Macchi di Cellere Gangemi? Il tema appassiona gli osservatori del mercato dei servizi legali e tributari nonché molti dei suoi protagonisti. I rumors si rincorrono. Le voci si incrociano. Gli scenari possibili si moltiplicano. Legalcommunity.it ha provato a esplorare alcune delle ipotesi che circolano e a valutarne gli eventuali pro e contro. 

CON UN GRANDE NAZIONALE, MA NON TUTTI. La possibile integrazione con uno studio multipractice nazionale potrebbe essere una scelta in grado di allineare lo studio ai tempi correnti. La capacità di tenere il mercato delle boutique specialistiche è stata messa duramente alla prova nel corso degli ultimi anni. In molti hanno valutato l’opportunità di dare vita ad alleanze o joint ventures con studi legali. In tanti hanno dato vita a collaborazioni più o meno esclusive. Un’integrazione vera e propria, però, rappresenterebbe la mossa più radicale e forse la più efficace. Ma quale potrebbe essere lo studio con cui realizzare un’operazione di questo genere? Negli anni, sono stati tanti i corteggiatori di Di Tanno. Andando indietro con la memoria spuntano nomi come Sj Berwin e Vita Samory Fabbrini. Più di recente s’era parlato di Bonelli Erede Pappalardo. ?E poi c’è lo studio Gianni Origoni. Con quest’ultimo, nel 1999, Di Tanno era arrivato vicinissimo a un accordo. Tutto, però, sfumò per una mancata intesa sul nome da dare alla struttura. I rapporti tra Francesco Gianni e Tommaso Di Tanno (nella foto), in ogni caso, sono rimasti buoni. E se davvero dovesse chiudersi una trattativa con lo studio di Via Delle Quattro Fontane, Di Tanno si troverebbe a costruire un dipartimento tax con il suo ex socio Luciano Acciari. Senza dubbio, l’operazione consentirebbe a Gianni di ripetere il risultato ottenuto nell’energy e nell’amministrativo, dove lo studio ha dato vita a due delle practice specialistiche più forti in Italia.
L’unico nodo da sciogliere, però, sarebbe quello della quantità di professionisti da integrare. Assorbire più di 30 professionisti in un colpo solo non è cosa semplice soprattutto in un momento in cui la gestione dello studio è improntata alla ricerca dell’efficienza e del controllo dei costi.

CON UNA BOUTIQUE, MA SOLO A MILANO. Nel caso in cui lo studio Di Tanno, invece, non fosse disposto a prendere in considerazione la possibilità di doversi “dividere”, un’alternativa potrebbe essere quella di lavorare in tempi rapidi alla integrazione di una boutique indipendente, attiva nello stesso settore e basata a Milano.?Infatti, lo spin off guidato da Petrecca e Romita ha colpito soprattutto la sede meneghina dello studio. L’identikit di una struttura adatta a questa operazione sarebbe quello di una realtà di circa 10 avvocati con uno o massimo due professionisti da poter integrare nella partnership dello studio. Un profilo che potrebbe corrispondere a quello dello studio Andreani, guidato dal professor Giulio Andreani. ?
Una ipotetica fusione di questo tipo potrebbe portare rapidamente una decina di professionisti all’interno degli uffici di Galleria Vittorio Emanuele II e circa 5 milioni di euro di fatturato. Considerato che il giro d’affari di Di Tanno nell’ultimo anno è stato di circa 12 milioni, rappresenterebbe un incremento (al netto di eventuali sovrapposizioni e conflitti) rilevante dei ricavi.
?Come ogni integrazione, tuttavia, questa fusione potrebbe porre delle criticità sul fronte della compatibilità dei caratteri e delle culture professionali.

AVANTI COME PRIMA, MA CON UN RECUPERO PIU’ LENTO. Diversamente, lo studio Di Tanno potrebbe anche decidere di proseguire in autonomia. Del resto, l’organico della boutique, nonostante lo spin off di Petrecca e Romita, resta di circa 35 professionisti. Il posizionamento di mercato della struttura si mantiene di primo livello. E la reputazione dello studio è tale da consentire una crescita per linee esterne più graduale e ragionata nel corso dei prossimi mesi. Di sicuro, secondo quanto si percepisce dall’esterno, Di Tanno e soci non hanno alcuna fretta e continuano a essere concentrati sull’attività di business.
Le sole controindicazioni di questa terza soluzione potrebbero essere legate ai tempi.
A fronte di un ritorno più lento alla taglia ideale del proprio organico e a un recupero su quello del fatturato, sarà necessario dare un segnale chiaro al mercato su come lo studio intenda rispondere alle ultime evoluzioni che lo hanno interessato e far capire che la struttura non si è chiusa in se stessa ma che ha un piano di sviluppo e una strategia che puntano a raggiungere obiettivi condivisi capaci di mantenere la boutique nel novero delle principali insegne della consulenza fiscale e tributaria italiana.

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