DERIVATI MILANO, TUTTI I LEGALI CHE HANNO SALVATO LE BANCHE

Sono ben 14 gli avvocati che hanno ribaltato, in secondo grado, il giudizio in sede penale nei confronti delle banche coinvolte nell'annosa questione dei derivati del comune di Milano. La Corte di Appello di Milano ha assolto tutti gli imputati. Sia le banche – Deutsche Bank , Depfa, Jp Morgan e Ubs – sia i nove dirigenti condannati in primo grado per truffa sui contratti derivati stipulati da Palazzo Marino, ribaltando la sentenza del Tribunale, perché «il fatto non sussiste».

Gli studi Perroni e Rcc hanno agito al fianco di Jp Morgan. Bana e Macchi di Cellere hanno affiancato Ubs, mentre Deutsche Bank e Depfa sono state entrambe assistite dagli studi Alleva e Severino. Più composito il quadro dei legali in aula. Per Jp Morgan, Giorgio Perroni e Silvio Riolo (nella foto a destra) hanno assistito l'istituto, mentre Francesco Giovannini, Giuseppe Fornari e Paolo Della Sala hanno tutelato le posizione dei dirigenti dell'istituto. Giuseppe Bana, Fabio Cagnola e Claudio Visco (nella foto a sinistra) hanno rappresentato Ubs, mentre Giovanni Ponti e il professor Franco Coppi hanno affiancato i dirigenti imputati. Deutsche Bank e Depfa, infine, sono state assistite da Guido Alleva e Elisa Scaroina mentre i dirigenti sono stati assistiti da Giuseppe Iannaccone. Riolo e Visco sono stati gli unici due avvocati d'affari che oltre ad aver assistito le banche in sede civile sono entrati nei collegi difensivi dei loro rispettivi clienti, in sede penale.

Il mese scorso, il procuratore generale Piero De Petris aveva chiesto di confermare per le quattro banche coinvolte la multa da un milione di euro ciascuna e la confisca da 89 milioni complessivi, con una lieve riduzione solo per Jp Morgan. I giudici di appello hanno invece revocato anche la confisca, oltre a non confermare la multa.

Il procedimento riguardava i contratti derivati stipulati da Palazzo Marino sulla propria obbligazione da 1,68 miliardi di euro con scadenza 2035, su cui la procura milanese ipotizzava il carico di costi occulti per circa 100 milioni a danno dell'amministrazione cittadina. Ad inizio 2012 il Comune di Milano e le quattro banche avevano raggiunto un accordo stragiudiziale per la chiusura del procedimento civile, che ha consentito a Palazzo Marino di contabilizzare entrate pari a 455 milioni di euro, più flussi di interessi attivi nel corso dei prossimi anni. A seguito dell'accordo, il Comune ha rinunciato al ruolo di parte civile nel processo penale.

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