DEONTOLOGIA E EVASIONE

di Aldo Scaringella

Le liberalizzazioni, almeno per quel che riguarda le tariffe nel mondo legale, ci sono già state nel 2006 grazie a Pierluigi Bersani. Quel che serve oggi è, da una parte un adeguamento normativo della realtà ordinistica al mercato, e dall'altro un'azione di rinforzo culturale e di opinione a quella parte di professionisti, che pur convinti dai fatti di essere sul mercato, ancora non si adeguano per possibili ripercussioni disciplinari da parte degli ordini più controriformisti.

Il 3 gennaio il quotidiano La Nazione ha pubblicato un pezzo dal seguente titolo: L'Ordine degli avvocati: farsi pubblicità su Groupon è contro la deontologia (http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/2012/01/03/ 646660-ordine_degli_avvocati.shtml.). Il mio stupore è nato dall'aver appreso che a sostegno di questa azione dell'ordine di Firenze, peraltro noto per non essere mai stato guidato da una linea pro crescita e sviluppo della categoria, si sono schierati parecchi professionisti che sulla rete hanno difeso la dignità e il decoro della professione e hanno sostenuto che simili campagne potrebbero essere dannose per i professionisti più giovani e per la qualità della professione.

Come da me osservato in rete, dove ho appreso la notizia, ritengo che forse la categoria, e non solo con l'ordine di Firenze, ma a livello nazionale, dovrebbe farsi carico, a difesa della dignità civile e del decoro sociale e professionale della professione della piaga dell'evasione fiscale. Un mercato stimato che vale, almeno per gli avvocati fra 12,5 e 13 miliardi di euro di fatturato l'anno e fra i 10 e i 15 di nero, non può non farsi carico, ripeto, a sostegno della dignità civile e del decoro sociale e professionale della professione della piaga dell'evasione fiscale. Questo vale sempre in uno stato di diritto. Vale ancor di più nell'Italia e nell'Europa del 7 gennaio 2012.

Forse una delle battaglie in cui ASLA e AIGI potrebbero impegnarsi insieme a difesa di dignità civile e del decoro sociale e professionale della professione potrebbe essere quella di fare pressione culturale sul mondo dell'opinione pubblica e sull'avvocatura affinchè possano emergere quelle sacche, profonde, di evasione, fiscale e contributiva, che danneggiano la professione, il mercato e il Paese. Anche perchè gli iscritti ad AIGI sono dipendenti massacrati dall'imposizione fiscale. Gli iscritti ad ASLA sono studi associati, ancora senza bilanci trasparenti, ma obbligati dal tipo di clientela a fatturare tutto o quasi tutto il lavorato, e questi ultimi sono anche i maggiori contribuenti della cassa forense.

L'invito agli altri avvocati è quello da una parte a fare fino in fondo il loro mestiere: tutelare i diritti e il diritto e di conseguenza i diritti all'equità fiscale: pagare tutti per pagare di meno. Dall'altra, qualora non volessero essere fedeli alla missione della loro professione, almeno che facciano finta di esserlo evitando di fare commenti osceni su facebook, contro groupon, a favore dell'ordine e giustificando o tollerando l'evasione. Una legge, che piaccia o no, è una legge, cari avvocati. Pagate le tasse e per il resto buon groupon a tutti.

Scrivi un Commento

SHARE