Deloitte Legal: il piano Bello. Focus su innovazione, territori e internazionale, nella continuità
Il nome nuovo alla guida di Deloitte Legal Sta in Italia è quello di Francesco Paolo Bello. Dopo un percorso interno rapido e incisivo, che lo ha visto protagonista nello sviluppo delle sedi territoriali e nella crescita della practice di Public Law, Bello assume il ruolo di Amministratore Delegato e Managing Partner dello studio. La nomina che segna una nuova fase per Deloitte Legal all’insegna della continuità con quanto costruito negli ultimi anni, con un rinnovato impulso verso l’innovazione e la valorizzazione dei presidi locali.
Con oltre 300 professionisti distribuiti in nove sedi principali e due uffici, e una crescita a doppia cifra registrata costantemente negli ultimi sette anni, Deloitte Legal si trova oggi in un momento cruciale del proprio percorso. La complessità crescente del mercato legale italiano, la spinta verso la digitalizzazione, l’integrazione sempre più forte con il network internazionale di Deloitte e l’evoluzione delle esigenze dei clienti rendono questa transizione di governance un passaggio strategico.
La nuova struttura prevede un modello di leadership condivisa: Carlo Gagliardi, già managing partner dal 2018 e oggi presidente e senior partner con una responsabilità strategica estesa anche a livello europeo con il ruolo di leader North and South Europe, e Francesco Paolo Bello, chiamato a guidare l’operatività e la crescita sul mercato italiano.
Classe 1975, con una solida esperienza nel diritto amministrativo e una visione manageriale costruita sul campo, Bello porta nel suo nuovo incarico un approccio fortemente orientato al territorio, all’inclusione e all’innovazione. MAG lo ha incontrato per capire quali saranno le sue prime mosse alla guida di Deloitte Legal, quali sfide lo attendono e quali obiettivi si pone per proseguire e accelerare un percorso di crescita che ha già portato lo Studio a diventare un player di riferimento nel mercato legale italiano.
Avvocato Bello, quale sarà la sua priorità operativa alla guida di Deloitte Legal in Italia, alla luce della nuova governance?
La priorità è garantire continuità e coerenza con il percorso di crescita intrapreso negli ultimi anni, lavorando per consolidare il nostro posizionamento sul mercato italiano. Questo significa rafforzare le practice già sviluppate, ma anche intercettare nuove esigenze dei clienti, valorizzando tutte le opportunità offerte dal network Deloitte e dalla nostra struttura multidisciplinare.
Lei ha giocato un ruolo chiave nello sviluppo delle sedi di Deloitte Legal in diverse città italiane. Quali sono le specifiche esigenze territoriali che intende valorizzare ulteriormente nel nuovo corso dello studio?
Credo molto nella necessità di un radicamento su ciascun territorio: ogni sede ha peculiarità legate al contesto economico, imprenditoriale e istituzionale in cui opera. Il nostro obiettivo è continuare a costruire presidi forti e coerenti con le vocazioni locali, mettendo a disposizione delle imprese servizi legali evoluti e ad alto valore aggiunto. Il nostro modello non è centralizzato, ma distribuito: vogliamo che ogni sede sia un punto di riferimento per il territorio in cui si trova, restando però connessa e integrata nella visione nazionale e internazionale del network.
Avete parlato di rafforzare le sinergie tra il mercato legale italiano e il network Deloitte. In termini pratici, cosa significa questo per voi e per i clienti?
Per i clienti significa avere accesso a un’offerta che va oltre il tradizionale servizio legale: possono contare su team integrati in grado di affrontare problemi complessi con competenze multidisciplinari, anche a livello internazionale. Per noi, significa continuare a lavorare in stretta connessione con le altre funzioni del network e, ove necessario, condividendo metodologie e strumenti con colleghi in oltre 80 Paesi del mondo.
Il suo background nel diritto amministrativo ha avuto un impatto rilevante nella crescita dello studio. In che modo questa esperienza influenzerà la sua visione strategica?
Il diritto amministrativo mi ha insegnato a leggere le trasformazioni normative come opportunità di sviluppo, non come ostacoli. Questa visione ha guidato molte delle scelte che abbiamo fatto in questi anni, anche in territori complessi. Credo sia un approccio utile oggi più che mai, perché ci troviamo in una fase in cui la regolazione gioca un ruolo centrale nell’evoluzione delle imprese, ad esempio nei cosiddetti processi di transizione ambientale, energetica e digitale. La crisi pandemica e i successivi interventi pubblici a sostegno della ripresa economica hanno rilanciato la nuova centralità delle pubbliche amministrazioni nel governo della complessità, anche sul versante economico. Questo processo si inserisce in un contesto di politiche pubbliche orientate, specie in ambito europeo, verso lo sviluppo sostenibile con l’obiettivo di integrare aspetti economici, sociali e ambientali.
Per esempio?
Gli obiettivi legati alla riduzione delle emissioni di gas serra, all’aumento dell’efficienza energetica e della quota di energie rinnovabili, insieme al crescente impatto che la tecnologia ha sulla quotidianità di cittadini e imprese, pongono il giurista innanzi a scenari in costante evoluzione. Carlo Gagliardi ed io vogliamo che Deloitte Legal continui ad essere un punto di riferimento per accompagnare i nostri clienti nella gestione di questa complessità.
Uno dei punti chiave della sua mission è l’innovazione. Quali tecnologie o approcci innovativi intende promuovere nei prossimi mesi?
Stiamo lavorando su più direttrici. Da un lato, già utilizziamo strumenti che rendono più efficiente e collaborativo il nostro lavoro interno, attraverso tecnologie di condivisione delle conoscenze, gestione dei flussi informativi, e AI applicata all’analisi giuridica. Dall’altro continuiamo a sperimentare, soluzioni che permettano ai clienti di interagire in modo più diretto e trasparente con i nostri team. L’innovazione non è mai solo tecnologica: è anche culturale.
Avete sottolineato l’importanza di un ambiente inclusivo e della valorizzazione dei talenti. Come pensa di tradurre questi valori in azioni concrete nella gestione dello studio?
Lavoreremo sui percorsi di crescita, su momenti di ascolto strutturati e sulla formazione continua, non solo tecnica ma anche manageriale e relazionale. Trattenere i talenti significa averne cura e creare un ambiente dove ciascuno possa esprimere appieno il proprio potenziale, anche grazie a una leadership diffusa e a modelli di lavoro flessibili. La vera crescita passa dalle persone.
Deloitte Legal ha registrato una crescita a doppia cifra negli ultimi 7 anni. Quali leve strategiche pensa di attivare per mantenere – o accelerare – questo trend in un contesto di mercato in trasformazione?
Sarà fondamentale mantenere la capacità di adattamento che ci ha contraddistinti finora. Continueremo a investire in practice ad alto valore strategico, a rafforzare la sinergia con il network e ad attrarre professionalità complementari. Ma soprattutto, vogliamo anticipare i bisogni dei nostri clienti, proponendo soluzioni e modelli organizzativi che li aiutino a stare un passo avanti, in un contesto che cambia rapidamente. Come lei ha ricordato, Deloitte Legal ha registrato una crescita a doppia cifra negli ultimi 7 anni: un risultato che vogliamo consolidare e accelerare, valorizzando al massimo le potenzialità della nostra organizzazione.
Descriva lo studio oggi…
In Italia, contiamo oltre 300 professionisti, di cui 29 partner e 26 of counsel. L’età media dei nostri professionisti è di 37 anni con un gender balance dell’52 %. Siamo presenti con 9 sedi a Milano (nostro headquarter), Roma, Padova, Torino, Bologna, Genova, Firenze, Bari e Catania, oltre a 2 uffici a Pescara e Messina. Per mantenere questa crescita e incrementarla dobbiamo provare a declinare sui diversi territori, e con le peculiarità di ciascuno di essi, un modello “full-service” che, attraverso l’integrazione Tax & Legal con il network internazionale Deloitte, riesca sempre più ad offrire competenze specialistiche e visione globale.
Dobbiamo aspettarci una nuova stagione di investimenti sul fronte lateral hire?
Siamo sempre attenti al mercato e aperti a valutare ingressi che siano coerenti con la nostra visione e con le esigenze di crescita dello studio. Ogni investimento in questo senso sarà guidato da un approccio selettivo e strategico, orientato alla qualità, alla complementarità e alla condivisione dei nostri valori.
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