Dati personali rubati sul web: +56,3% nel 2021. L’approfondimento di MAG
La pandemia ha senza dubbio ampliato a dismisura la quantità di dati personali presenti sul web. E quindi anche le possibilità per gli hacker di sottrarli. Email, carte di credito, password, documenti e account: rispetto al primo semestre dell’anno scorso, i primi sei mesi del 2021 hanno fatto segnare oltre 1 milioni di alert ricevuti dagli utenti italiani in merito ad attacchi verso i propri dati personali (+56,3%).
A rivelarlo è il report dell’Osservatorio Cyber di CRIF, che ha analizzato in particolare gli alert relativi ai dati rintracciabili sul dark web. Nella parte “oscura” di internet si annidano la maggior parte dei dati sottratti agli utenti: il 72,9% delle notifiche di data breach arrivano da lì. L’aumento, rispetto al secondo semestre 2020, è del 18%.
Molto diffuso per scambiarsi informazioni illecite è anche il software di messaggistica Telegram: il luogo ideale per scambiarsi grandi pacchetti di credenziali e informazioni sensibili, talvolta a prezzi inferiori ai 50 euro.
Nel mirino degli hacker le carte di credito/debito, sempre più frequentemente corredate persino di nome e cognome dei titolari, ma non solo. Molto a rischio anche email e numeri di telefono e persino gli account per accedere ai più popolari servizi web. Tra i più “gettonati” per i criminali quelli relativi a servizi d’intrattenimento di vario tipo (giochi ed e-sports, siti d’incontri e servizi streaming), a cui si riconducono il 65,3% dei data breach.
Ma ancor più dei semplici utenti ad essere costantemente sotto attacco sono le reti aziendali delle imprese italiane, da mesi sotto l’assedio di minacce come i ransomware. MAG ne ha parlato recentemente con l’avvocato Stefano Mele dello studio Gianni & Origoni, da anni attivo per sensibilizzare i board delle aziende sui temi della cybersecurity. Clicca qui per scaricare gratuitamente l’ultimo numero di MAG e leggere l’intervista.