D’AMATI CON CAPRARICA PER L’ADDIO ALLA RAI

Lo studio romano guidato da Domenico D’Amati (in foto, già legale di Michele Santoro e Tiziana Ferrario) assiste il giornalista Antonio Caprarica, ex corrispondente Rai da Londra, dopo l'annunciato addio con effetto immediato dal servizio pubblico. In merito, Caprarica ha detto: “Non avrei mai immaginato di lasciare in questo modo l’Azienda della mia vita, dopo oltre un quarto di secolo di servizio onorevole e immacolato in ogni angolo di mondo. Troncare questo rapporto con effetto da oggi (18 dicembre, ndr), come ho appena comunicato alla direzione del personale, è per me l’unica possibilità di immediata reazione alle crescenti pressioni esercitate dai vertici aziendali con metodi inammissibili e offensivi”. La rottura sarebbe stata causta da alcune contestazioni da parte dell’azienda nei confronti del giornalista. I vertici della Rai, stando al racconto del corrispondente, gli hanno offerto un incentivo per lasciare il lavoro, ma Caprarica, avendo ancora due anni e mezzo di lavoro davanti a se, ha rifiutato la proposta. Per questo, ha aggiunto il giornalista: “Prima la Rai mi ha mandato un auditing, che non ha trovato e non poteva trovare niente. Poi mi ha inviato in data 7 ottobre una lettera di contestazioni di violazioni di regole burocratiche interne, come ad esempio la mancanza di una procura negoziale per potere assumere collaboratori”. “Senza nemmeno aspettare una mia risposta – ha raccontato all’Ansa -, mi ha convocato il dg, dicendomi che se fossi andato via il procedimento disciplinare sarebbe decaduto”. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata quando il giornalista ha scoperto che l’azienda aveva già contattato un collega a cui aveva offerto la sede di Londra, “cosa che il dg non ha potuto negare”. La Rai lo ha poi esautorato dalla gestione della sede di Londra, l’ultima decisione che ha spinto il giornalista a “sbattere la porta e andare dritto nelle aule dei tribunali, chiedendo ai giudici la tutela dei miei diritti e della mia onorabilità contro il vertice Rai, che dev’essere ricondotto al rispetto delle regole”.

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