Così si misura il valore prodotto dai legali in house

Quale valore è in grado di produrre un dipartimento legale in house? Quanto riesce a contribuire in maniera attiva al business? Esiste un modo per calcolarlo o stimarlo? ?Giustificare la propria presenza in azienda e l’utilità della propria funzione è un problema che riguarda tanti giuristi d’impresa. Che spesso non sanno dare una risposta chiara a queste domande. Non la sanno dare a se stessi e al loro “cliente interno”. E di conseguenza finiscono con l’essere percepiti cime un puro centro di costo dall’azienda, quando invece potrebbero essere visti come una fonte di valore. La redazione di inhousecommunity.it ha provato a indagare questo tema per MAG. E da quanto emerso, uno degli strumenti più utilizzati da chi si cimenta nell’esercizio della misurazione del proprio contributo alla creazione di valore aziendale è quello dei key performance indicator (Kpi). Si tratta di uno strumento il cui utilizzo è diventato particolarmente diffuso negli ultimi anni, in concomitanza con la crisi economica. Le numerose riorganizzazioni aziendali hanno, infatti, messo i dipartimenti legali di fronte alla necessità di giustificare ma soprattutto di spiegare il proprio lavoro a chi, all’interno delle società, decide i loro budget e soprattutto i loro stipendi. Il tema è ancora poco conosciuto (e non solo nel nostro Paese spesso arretrato sulle novità che riguardano il mondo in house), come dimostrano lo scarso numero di studi sull’argomento (non a caso prevalentemente americani) e gli sguardi dubbiosi di molti giuristi d’impresa a cui abbiamo rivolto domande sul tema. ?Se infatti quasi tutti gli uffici legali interni fanno quotidianamente i conti con il contenimento dei costi e i tagli al budget, sono ancora pochi quelli che sono corsi ai ripari cercando di dimostrare la propria utilità. ?Secondo chi questo metodo già l’ha sperimentato, utilizzare i Kpi è l’unico modo per dare davvero valore alla funzione legale ed emanciparla dai pregiudizi che la relegano a mero centro di costo. Quell’idea secondo la quale l’ufficio legale interno fa sì risparmiare rispetto ai legali esterni (ma anche qui sono molti i dubbiosi), ma continua a essere considerato una funzione abbastanza isolata rispetto alla vita – e soprattutto al business – dell’azienda.

LA MISURAZIONE
Ma come si misura il valore di ufficio legale? Una risposta unica per il momento non c’è. Quella dei Kpi non è una scienza esatta. «Negli Stati Uniti prevale una misurazione quantitativa. Si valuta cioè quanto il dipartimento legale è stato in grado di far risparmiare all’azienda rispetto all’ingaggio di consulenti esterni», spiega Simone Davini, head of legal & corporate affairs di Crédit Agricole Corporate & Investment Bank che negli ultimi anni ha studiato molto il tema. «In Europa – continua – prevale invece un approccio più qualitativo che prevede che il team in house venga valutato sulla base di parametri decisi internamente e che puntano a mappare ogni segmento delle attività svolte dalla funzione legale che portano valore all’azienda». ?Tra queste ci sono, ad esempio, il numero di contratti firmati e quelli in negoziazione, la quantità di corsi di formazione organizzati dalla funzione legale per gli altri dipendenti dell’azienda e ancora il numero di pratiche aperte e chiuse nel corso dell’anno. «L’importante è che si tratti di concetti concreti, dimostrabili e soprattutto misurabili. Ma la scelta dei parametri da mappare spesso varia in base alla finalità perseguita da chi li utilizza: se il team in house per dimostrare il valore del proprio lavoro o la proprietà per individuare eventuali inefficienze», precisa il giurista d’impresa.

IL CASO ENI
Tra le poche realtà italiane che hanno un sistema di Kpi per valutare il lavoro della funzione legale c’è la multinazionale dell’energia Eni. ?La società di San Donato Milanese ha esteso da alcuni anni anche alle posizioni manageriali della funzione legale il modello di misurazione delle performance attraverso l’assegnazione/consuntivazione di obiettivi annuali. «La consuntivazione di tali obiettivi incide sulla parte variabile della retribuzione del singolo manager e influenza, soprattutto in realtà complesse e articolate come la nostra, il percorso di crescita professionale del legale interno», spiega Luca Franceschini, direttore compliance legale e regolatorio. Le tipologie di obiettivi che vengono assegnati ai legali Eni coprono sostanzialmente tre macro-aree di valutazione: una riguarda le iniziative di business, una la parte gestionale e una trasversale valida per tutta l’azienda. «L’obiettivo di business – rivela il giurista d’impresa – valuta il contributo individuale fornito dal manager legale al raggiungimento di obiettivi di business specificamente individuati a inizio anno. La valutazione a consuntivo tiene contro di quanti ne sono stati portati a termine e in quali tempi. Tra tutti, questo è l’obiettivo che di norma pesa di più (almeno il 40%) nella valutazione». L’obiettivo gestionale misura la capacità del manager legale di contribuire al contenimento dei costi esterni e interni della struttura legale. «Tra i costi esterni ci sono, ad esempio, quelli per i consulenti legali, mentre l’obiettivo sui costi interni si focalizza sul rispetto di alcuni indicatori gestionali preventivamente definiti con la funzione hr», continua Franceschini. Vi è poi solitamente un obiettivo trasversale, uguale per tutti i manager dell’azienda, che riguarda di norma aspetti di sostenibilità e di corporate social responsability. «Un ulteriore Kpi utilizzabile – ricorda il legale – è la rilevazione della cosiddetta client satisfaction, attraverso la quale la valutazione delle performance del manager legale è in parte effettuata dal “cliente interno”, cioè dai responsabili delle linee di business aziendali che ricevono il servizio legale. Questo parametro va tuttavia opportunamente ponderato per non compromettere l’indipendenza di giudizio del legale interno al quale – soprattutto se impegnato su attività compliance e di controllo interno – compete talvolta il difficile compito di “dire no” ai colleghi del business». Ma al di là di qualche aggiustamento di metodo, Franceschini assicura: «Questo sistema funziona e ciò che fa la differenza non è tanto l’essere valutati, quanto il legare il lavoro dell’ufficio legale agli obiettivi di business. In questo modo aumenta la credibilità del team in house che – anche agli occhi degli altri dipartimenti – viene davvero percepito come parte dell’azienda e non un mero consulente avulso dalla realtà operativa».

NELLE BANCHE: 5 OBIETTIVI
Tra le industry che più di altre hanno riflettuto sul valore e sull’importanza delle Kpi ci sono quella bancaria e quella assicurativa. ?Quasi tutti gli istituti di credito – stranieri e italiani – sono dotati, già da alcuni anni, di sistemi per…

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