COP 28: navigare nella strategia climatica nella regione MENA

Mentre il mondo si concentra sulla COP 28 in corso a Dubai, LegalcommunityMENA ha incontrato Mario Cigno, Counsel di Baker McKenzie Italia, per discutere dell’evoluzione del ruolo dei mercati volontari del carbonio, del loro impatto sui quadri giuridici e sulle iniziative climatiche fondamentali per le imprese della regione Mena. 

In questa intervista, Cigno fa luce sull’importanza dei mercati volontari, sul ruolo delle PMI nelle pratiche sostenibili e sul contributo dei consulenti legali nel promuovere un ambiente rispettoso del clima. 

Come immagina l’evoluzione del ruolo dei mercati volontari del carbonio e il loro impatto sui quadri giuridici per la strategia climatica?

I voluntary carbon markets hanno un ruolo essenziale nel definire il piano di transizione verso la sostenibilità per molti attori. Allo stesso tempo, sono stati oggetto di critiche soprattutto per quanto riguarda il loro effettivo contributo alla mitigazione dei cambiamenti climatici.

A prescindere dalle critiche, non ho dubbi sull’importanza e sugli effetti positivi dei progetti realizzati anche nell’ambito del mercato volontario per le comunità locali. Difatti, le comunità locali possono beneficiare e trarre vantaggio dai ricavi, duraturi e significativi, di tali progetti; ricavi che potrebbero anche essere visti come un’anticipazione delle future iniziative di green finance.

Ritengo che i progetti realizzati per il mercato volontario possano fornire strumenti fondamentali alle comunità in via di sviluppo anche per affrontare i rischi del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e delle crisi umanitarie. Ciò sarà ancora più vero se verrà sviluppato e concordato, anche nel contesto della COP28, un adeguato quadro normativo che garantisca la chiarezza e l’affidabilità necessarie, anche ai fini dell’implementazione dell’articolo 6 dell’Accordo di Parigi, per tutti gli stakeholder.

Sulla base della sua esperienza giuridica, può fare luce sugli strumenti e i mezzi essenziali per le PMI per impegnarsi in pratiche sostenibili, e come questi si allineano con le iniziative della COP28?

Le PMI rappresentano una parte significativa dell’economia globale e – di conseguenza – delle emissioni globali. Considerando la regione MENA, le PMI rappresentano il 90% del totale delle imprese e sono responsabili del 50% delle relative emissioni di gas serra. È quindi importante assicurarsi che le PMI non siano escluse dalla transizione sostenibile.

Rischi e opportunità sono due facce della stessa medaglia.

A ben vedere, per le grandi aziende, la sostenibilità è principalmente un rischio a causa degli obblighi di legge e delle aspettative del mercato e degli stakeholder. Invece, per le PMI, la sostenibilità può essere soprattutto un’enorme opportunità. È un’enorme opportunità per conquistare nuove quote di mercato e attrarre nuovi investitori. Essere sostenibili inizia a essere un mantra inevitabile. Dopo tutto, non possiamo semplicemente lanciare la monetina e sperare in una soluzione naturale per un problema causato dall’uomo.

Al contempo, non è un segreto che le PMI abbiano risorse e capacità limitate e che, di conseguenza, spesso non abbiano la facoltà di sbagliare.

Le PMI devono quindi sfruttare gli strumenti e i mezzi messi a disposizione da organizzazioni, governi e grandi aziende, visto che tutti hanno, in fin dei conti, il medesimo interesse a sviluppare un ambiente sostenibile attraverso l’intera value chain.

Ad esempio, lo SME Climate Hub si presenta come uno strumento efficace a disposizione delle PMI che intendono assumere impegni climatici, attuare strategie di transizione e misurare i loro progressi verso tali obiettivi.

In che modo i consulenti legali stanno contribuendo a creare un ambiente che incoraggi le PMI ad adottare pratiche rispettose del clima? Quali sono le sfide e le opportunità legali che le PMI devono affrontare per allinearsi alle iniziative sul clima e come i consulenti legali possono facilitare la loro integrazione nelle pratiche sostenibili?

Da un lato, i consulenti legali delle PMI possono contribuire fornendo una guida nel loro percorso sostenibile e nell’implementazione di soluzioni e iniziative efficaci volte a mettere le PMI nella giusta posizione verso la carbon neutrality.

D’altra parte, anche i consulenti legali delle grandi aziende stanno in qualche modo contribuendo all’adozione di pratiche rispettose del clima da parte delle PMI. Penso, ad esempio, al risultato indiretto delle policy e dei requisiti stabiliti dalle grandi aziende, con il supporto dei loro legali, per la qualifica e la selezione delle value chain.

Se a una PMI viene richiesto di soddisfare requisiti e standard specifici per essere selezionata come fornitore o partner di una grande azienda, tale PMI deve in qualche modo soddisfare tali requisiti e standard. Il fallimento non sarebbe punito da una legge, ma piuttosto dal mercato. L’azione sul cambiamento climatico si sta rapidamente trasformando da un vantaggio commerciale nice to have a un costo indispensabile per il doing business.

È altresì molto vero che non esiste un’unica strada o, ancora meno, un’unica strada “giusta” per la sostenibilità. Al contrario, ogni operatore deve trovare la propria strada, anche con l’assistenza e il supporto del proprio team legale.

Nel contesto della COP28, come possono i consulenti legali contribuire a migliorare il panorama normativo a sostegno di strategie climatiche efficaci, in particolare per le imprese? In che modo i consulenti legali possono contribuire a migliorare il panorama normativo a sostegno di strategie climatiche efficaci, in particolare per le imprese, nel contesto della COP28?

Una delle principali preoccupazioni degli investitori è la mancanza di un quadro giuridico e normativo chiaro per gli investimenti. Ciò è spesso dovuto alla limitata esperienza e conoscenza del legislatore e dei regulator.

Nel contesto della COP28, gli operatori del diritto possono aiutare e contribuire condividendo l’esperienza e il know-how acquisito su questi temi, facilitando così lo sviluppo e l’affermazione di un quadro giuridico e normativo chiaro, favorevole e sostenibile, in grado di attrarre investimenti.

Grazie alla sua esperienza in Italia, può condividere le migliori pratiche che si sono dimostrate efficaci nel promuovere la sostenibilità tra le PMI e le imprese?

Una delle iniziative italiane più promettenti, di cui mi onoro di essere parte attiva e che merita di essere citata come best practice, è Open-es. Open-es è un’alleanza per la sostenibilità che comprende attori industriali, partner finanziari e del mondo della consulenza, tutti desiderosi di unire le forze per condurre le loro value chain su un percorso comune di miglioramento delle performance di sostenibilità.

Open-es, attraverso una piattaforma digitale, mette in contatto le aziende creando una rete sistemica, aperta e collaborativa, attraverso la quale i partecipanti sono in grado di condividere le best practice, misurare le proprie performance ESG e intraprendere azioni concrete per migliorare il proprio profilo di sostenibilità.

Open-es è stato lanciato da importanti e primarie aziende italiane, che hanno deciso di creare, sviluppare e condividere questa piattaforma aperta con un intero sistema imprenditoriale. L’obiettivo è quello di fornire uno strumento innovativo aperto a tutte le aziende impegnate nella sfida della transizione energetica e, in particolare, di sostenere e facilitare il percorso di sostenibilità delle PMI all’interno delle value chain.

Considerando il ruolo della regione MENA nella definizione delle strategie climatiche globali, quali sfide giuridiche prevede e come possono affrontarle gli operatori del diritto? Come vede la regione MENA influenzare la strategia globale sul clima e quali considerazioni legali dovrebbero essere prioritarie per gli operatori del diritto quando le aziende integrano pratiche di sostenibilità?

La regione ha un ruolo cruciale e imprescindibile nella transizione energetica e nel sostenere l’impegno globale per la sostenibilità. La regione MENA è una fonte essenziale di risorse economiche ed energetiche per tutto il mondo, disponendo anche di vaste riserve di petrolio, di idrocarburi e di gas naturale.

Le sfide giuridiche della regione MENA saranno le stesse che dovranno essere affrontate dal resto del mondo e consisteranno nel soddisfare, da un lato, i requisiti di legge (come, ad esempio, quelli imposti dalla legislazione eurounitaria con, inter alia, la CSRD, il CBAM, l’EUDR e, se approvata, anche la CS3D) e, dall’altro, pure le aspettative degli (altri) stakeholder.

La domanda di investimenti, iniziative e prodotti green e sostenibili è in continuo aumento. Tale domanda proviene da tutti gli stakeholder, compresi gli investitori, i consumatori e le comunità locali, la cui consapevolezza e sensibilità su questi temi stanno rapidamente aumentando.

Gli operatori del diritto possono supportare le aziende nell’attuazione di politiche e strategie adeguate, senza dimenticare – anzi, avendo questa come priorità – che la sostenibilità deve essere anch’essa sostenibile.

Spero che, anche con il contributo della regione MENA, la strategia globale per il clima sia chiara, efficace e sostenibile, a vantaggio di un futuro migliore e più verde.

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nicola.dimolfetta@lcpublishinggroup.it

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