Con la convenzione contro le doppie imposizioni tra Italia e San Marino ratificata l’8 luglio con il via libera del Senato dopo anni di trattative, San Marino non è più un paradiso fiscale. I redditi prodotti da un contribuente italiano a San Marino non saranno più oggetto di doppia imposizione. Abbiamo posto a Paolo Gaeta (in foto), commercialista, esperto di Trust, alcune domande.
Dott. Gaeta, immagini di avere davanti a se un imprenditore, cosa cosa cambia fra ieri e oggi nell'avere la sede legale della società in Italia o a San Marino?
Finalmente si va nella direzione di poter considerare San Marino non più una semplice "cassaforte", ma un luogo ove poter localizzare imprese e gestire la propria ricchezza in modo sereno e trasparente.
L'imprenditore italiano che opera con l'estero potrà oggi scegliere di costituire una società a San Marino senza la preoccupazione e le difficoltà di svolgere la sua attività in uno Stato che l'Italia considera un paradiso fiscale e senza l'onere (insopportabile) di dover pagare le imposte sui redditi prodotti dalla società sammarinese prima allo Stato del Titano e poi anche in Italia.
La convenzione contro le doppie imposizione e lo scambio di informazioni che i due Stati si sono impegnati a realizzare consentono ad un contribuente di uno Stato (in cui vige il principio della tassazione dei redditi ovunque prodotti come l'Italia) di pagare le imposte sui redditi prodotti all'estero una sola volta secondo regole interne e convenzionali.
Ciò serve per "normalizzare" la tassazione, ma può capitare di riuscire ad ottenere una imposizione sui redditi, dalla combinazione delle regole interne e di quelle convenzionali, più lieve di quella ottenibile se si operasse in un solo Stato. A ciò c'è da aggiungere che a sua volta l'imprenditore italiano attraverso la società sammarinese può operare con Stati esteri in base a regole convenzionali di San Marino (che ha convenzioni con tanti altri Stati) che potrebbero risultare più vantaggiose di quelle italiane. La materia della fiscalità internazionale è molto complessa, ma nella nostra economia è vitale per le imprese che operano con l'estero studiare bene vincoli ed opportunità del genere.
Quali sono i vantaggi di avere un trust a San Marino?
Per un cittadino di "area latina" e soprattutto per un italiano la legge sul trust di San Marino presenta dei vantaggi che in certi casi possono essere considerati strategici. Operare con una legge scritta in italiano e pensata per le famiglie ed imprenditori italiani, oltre ad avere la possibilità, in caso di contenzioso sul trust, di poter farsi rappresentare anche dal proprio avvocato di fiducia italiano dinanzi ad una Corte Speciale sui Trust che parla italiano e che decide rapidamente, è una cosa unica.
La legge sul trust di San Marino è modera ed efficiente. Invito chi non l'abbiano ancora letta a farlo perché concede molteplici opportunità.
La Corte Speciale sui Trust (composta da sei esperti di livello internazionale) sarà a breve operativa ed è una cosa che anche gli studiosi di common law hanno accolto con particolare favore.
Quali sono le prospettive per i professionisti come lei?
Aumentano "gli strumenti del mestiere" ed in periodi complessi la possibilità di ampliare la qualità e quantità di servizi erogabili agli imprenditori è positivo.
Operare con San Marino sarà come farlo con qualsiasi altro Stato; l'auspicio è che le imprese possano utilizzare la piccola enclave come una piattaforma per operare all'estero.
Da un lato basta giocare a nascondino, dall'altro impegniamoci a valorizzare il nostro territorio senza essere masochisti. L'Inghilterra ha fatto dei propri rapporti con gli Stati del Commonwealth una risorsa infinita. La convenzione è un primo passo di maturità nei rapporti tra i due Stati che se accompagnata dall'impegno dei vari operatori economici potrà dare buoni risultati per tutti.
San Marino ha rapporti eccellenti con molti Stati ed ottime convenzioni che possono far pensare anche ad opportunità di investimento in Italia da parte di imprenditori esteri che decidono di approdare sul Titano.
Una curiosità: San Marino ha ottimi rapporti con la Cina, per visitarla i cittadini sammarinesi non hanno bisogno di un "visto".
Come professionista italiano sono felice di queste novità. Avrei preferito che i precedenti governi italiani fossero stati molto più rapidi nell'approvare la legge di ratifica della convenzione, ma meglio tardi che mai.