Cocuzza verso il 2026: crescita, internazionalizzazione e parità perfetta tra i partner
di letizia ceriani
Tre nomine in tre mesi (tra lateral hire e promozioni interne) e un modello che fa della dimensione umana il suo punto di forza. Lo studio Cocuzza, con i suoi 32 professionisti, continua a crescere in maniera coerente, puntando sull’internazionalizzazione e sulla valorizzazione dei talenti interni. L’ultima promozione – raccontata in esclusiva a Legalcommunity.it -, quella di Edoardo D’Ippolito a partner, con effetto dal 1° gennaio 2026, porterà la compagine associativa a quota dieci, raggiungendo la parità di genere perfetta: cinque donne e cinque uomini. MAG ha incontrato il founding partner Claudio Cocuzza (in foto) e i soci dello studio.
Parola d’ordine: collegialità
La governance dello studio – fondato a Milano nel 1993 – si fonda su un principio di uguaglianza sostanziale: ogni socio detiene una quota paritaria e dispone di un voto, indipendentemente dall’anzianità o dal fatturato generato. «Lo studio porta il mio nome, ma se dovessi dire che mi danno sempre ragione, direi una bugia», ammette Cocuzza. «È un bel confronto continuo ma fatto di condivisione: si trova sempre un punto di incontro e idee condivise da tutti. C’è una vera e propria democrazia interna e ne andiamo fieri».
Questo modello favorisce la circolazione naturale del know-how e delle informazioni, coinvolgendo i soci nelle decisioni strategiche dal loro ingresso. Per spiegare il meccanismo, Cocuzza ricorre a un’immagine: «C’è un dipinto di Lorenzetti a Siena che raffigura la Giustizia; sotto di essa, c’è la Concordia, che tiene sulle gambe una pialla. A cosa serve? A smussare gli angoli». La metafora è chiara: uno studio per funzionare richiede un lavoro quotidiano sulle asperità, avendo come scopo quello di creare equilibri e costruire accordi puntando su una gestione condivisa.
Internazionali, perché sì
Da settembre 2025 a oggi sono entrate Lisa Alice Julien – alla guida del nuovo french desk composto da altri sei professionisti -, e Barbara Calza, entrambe come partner. Un traguardo che la managing partner Eva Knickenberg-Giardina, in carica da gennaio 2024, commenta senza retorica: «La parità di genere preferiamo viverla anziché raccontarla». Gli international desk – ad oggi tedesco e francese -, sono il cuore della strategia di espansione. Come il german desk non si limita alla Germania, ma coinvolge anche Svizzera e Austria e gli altri Paesi germanofoni, lo stesso discorso vale per la Francia. Ecco perché, assicurano i soci, «il modello multilateral proseguirà: le sinergie create hanno un peso significativo sull’attività complessiva della firm». Ne è convinta l’avvocata Julien. «Lavoro in Italia da più di 15 anni e nel corso della mia carriera ho collaborato con studi spesso di grosse dimensioni, ma Cocuzza mi ha attirato per tante ragioni – racconta la partner -. In primis, l’ambiente, umano, dinamico, e con un’ambizione di crescita sana e ragionata. Ovviamente l’esistenza di un german desk mi ha attirata, ancor più guidato da una managing partner donna. Infine, lo studio è molto forte in quello che faccio io, ovvero M&A, retail e real estate, e ho visto molte possibili sinergie».
Il progetto di crescita
Anche Barbara Calza, che ha lavorato per oltre trent’anni nello studio De Berti Jacchia Franchini Forlani, ha scelto Cocuzza per l’ambiente collaborativo e un progetto di crescita che bilancia respiro internazionale e dimensione umana. «L’ambiente è collaborativo e positivo, e ha un progetto di crescita molto interessante. Essendo specializzata nell’area corporate, in operazioni straordinarie e real estate, retail, industry e hospitality, mi ritrovo anche nella tipologia di attività e di clientela dello studio». L’ultima nomina riguarda Edoardo D’Ippolito, che, tornato “alle origini”, da gennaio sarà a tutti gli effetti il partner più giovane dello studio. D’Ippolito ha infatti iniziato la carriera in Cocuzza per poi fare esperienze in tribunale e in law firm internazionali, ma è tornato nel 2021.
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