CINA: INTRODOTTA RIFORMA FISCALE PER IL BIENNIO 2012 – 2013

di Lorenzo Riccardi*

La Cina ha introdotto per il biennio 2012-2013 una riforma delle imposte indirette che punta a uniformare il sistema sul territorio nazionale con un unico tributo VAT sul volume d’affari. Il Ministry of Finance (MoF) e lo State Administration of Taxation (SAT) nella notice n.71 del 31 luglio scorso hanno allargato l’applicazione della riforma da Shanghai a dieci citta’ e province sul territorio. La riforma è stata varata al fine di allineare ulteriormente il sistema fiscale cinese agli ordinamenti occidentali. La volontà di avvicinare ancora di più il sistema tributario locale a quello europeo e l’opportunità di continuare a stimolare l’economia interna durante la crisi globale, ha portato le autorità cinesi a intervenire avviando un progetto pilota che comporta l’unificazione della Value Added Tax (VAT) e Business Tax (BT) in una singola imposta. L’introduzione di questa riforma sta avendo implicazioni di vasta portata per le aziende nazionali e straniere coinvolte.

I dettagli del programma riprendono le direttive già riportate nelle notice 110 e 111, emesse il 16 novembre 2011 come modello generale di attuazione nell’area di Shanghai, estendendo il progetto alle seguenti aree:

• Beijing – 1 settembre 2012;

• Jiangsu e Anhui – 1 ottobre 2012;

• Fujian (Xiamen incluso) e Guangdong (Shenzhen inclusa) – 1 novembre 2012;

• Tianjin, Zhejiang (Ningbo incluso), Hubei – 1 dicembre 2012.

La riforma si applica ad alcuni specifici settori, tra cui il settore dei trasporti (suppliers of road, water, air and pipeline transportation services) e servizi quali ricerca e sviluppo, informazione, attività culturali, attività di logistica, certificazione e consulenza (R&D and technology services, information technology services, design services, intellectual property services, advertising services, meeting and exhibition services, logistics, leasing of movable property and certification services). I fornitori di questi servizi, precedentemente soggetti al pagamento della Business Tax, diventano così soggetti passivi VAT. Le principali novità della riforma includono l’introduzione di due nuovi livelli di aliquote VAT: 11% per i servizi legati ai trasporti e 6% per altri servizi generali; inoltre, non vige più la precedente divisione tra competenze delle autorità centrali e locali, ma l’imposta viene gestita solo a livello locale. La Value Added Tax (VAT), è da sempre il tributo più rilevante tra le imposte indirette (Value Added Tax, Business Tax, Consumption Tax). Introdotta in Cina dalle Provisional Regulations of the PRC on Value-added Tax e dai relativi regolamenti attuativi, nel 1993 era stata più volte emendata fino alla precedente riforma del 1 gennaio 2009. Con la nuova riforma la VAT colpisce le cessioni di beni effettuate nel territorio della Repubblica popolare cinese, le importazioni di beni e la prestazione di determinate tipologie di servizi. La VAT viene applicata sulle attività di processing, riparazione o sostituzione e alle altre prestazioni di servizi che precedentemente erano soggette alla Business Tax con un aliquota del 5%. Il Consiglio di Stato ha valutato positivamente l’efficacia della riforma e dei più recenti interventi normativi decidendo perciò di estenderla. Il passaggio dal regime Business Tax al regime VAT porta ad un generale incremento delle aliquote (dal 5% al 6 %, 11%, e 17%), con relativi impatti sul cash flow dei soggetti ma con una generale neutralità dell’imposta. Ancora una volta le autorità cinesi spingono per un allineamento del sistema tributario locale agli ordinamenti occidentali al fine di eliminare le inefficienze dell’impianto normativo. Gli effetti economici nel medio periodo stanno avendo un impatto positivo sugli scambi commerciali nonostante le criticità inevitabili legate all’ implementazione del programma pilota.

*Dottore Commercialista, GWA Shanghai

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