Castaldi: se si apre la “corsa agli sconti” è la fine dell’avvocatura d’affari in Italia

Sono giorni particolari. Di lavoro da remoto. E riflessioni sul futuro. Essere avvocati al tempo del coronavirus è una sfida che richiede prudenza nella gestione dell’emergenza e audacia nella costruzione del domani. MAG ha voluto discutere il momento con uno degli avvocati più sensibili al tema del cambiamento: Enrico Castaldi.

Il socio fondatore della boutique franco-italiana CastaldiPartners, dalla Toscana, racconta non solo come lui e i suoi colleghi stanno vivendo i giorni del lockdown, ma anche come sta affrontando l’emergenza in termini organizzativi e progettuali.

Lo studio ha istituito un fondo solidaristico «per rafforzare la situazione finanziaria». Intanto ha deciso di riprendere tutte le attività ordinarie: riunioni tra team di lavoro, per practice, incontri di via Savona… tutto in streaming. «È la nostra Fase 2».

Avvocato Castaldi, come sta vivendo questi giorni di lockdown?
Oggi (quando è stata fatta l’intervista, ndr) sono al giorno 44. Credo, a mia memoria, non mi fosse più capitato, da quando ero studente liceale (tanto tempo fa), di stare tutto questo tempo in uno stesso luogo. Ho sempre voluto “vivere” in più luoghi, un effetto pendolo tra Parigi e Milano con puntate in Toscana, a Roma e Venezia…. tutto dissolto nel giro di  pochi giorni. Come lo vivo? Mi osservo e mi stupisco dell’adattabilità dell’essere umano, ovvero della mia.

 Tra Parigi, Milano e Livorno, dove ha deciso di trascorrerli?
Gli avvenimenti hanno deciso per me. Il 6 marzo decidevo di andare a passare il week end a casa all’Ardenza – Livorno; il giorno dopo era deciso il lockdown in Lombardia … sono ancora qui.

Il lavoro da remoto è una condizione tipica per uno studio transnazionale come il suo. Eppure c’è molto di diverso nella situazione attuale, non crede?
Di diverso sicuramente c’è che non è una libera scelta. In tempi normali il lavoro da remoto si arricchiva con momenti di presenza negli uffici e non solo per necessità di coordinamento o per riunioni, ma anche per sviluppare socialità. Praticamente alla vigilia dell’arrivo della pandemia, noi avevamo ultimato la razionalizzazione dei nostri spazi di Parigi e Milano con l’obiettivo d’avere 50 postazioni di lavoro al servizio di una struttura prevista per 80 persone; un progetto di smart working accentuato. L’anno scorso avevamo ultimato la migrazione sul cloud dei nostri server e rivisto il parco informatico. Eravamo in ritardo con i sistemi di video conferenza e abbiamo dovuto recuperare. Anche sulla digitalizzazione della documentazione siamo oggettivamente indietro.

Quella che viviamo è una situazione inedita per tutti. Come la stanno vivendo i clienti?
Prescindendo dalle preoccupazioni per future recessioni aziendali o del mercato, mi sembra che la vivano con tanto impegno ed energia, ma soffrendo la mancanza di socialità. 

E rispetto al rapporto con voi avvocati? State riscontrando richieste di sconti o di dilazioni dei tempi di pagamento?
A oggi non abbiamo avuto nessuna richiesta di sconti; forse è un caso, forse arriveranno tutte insieme. Potrebbe anche dipendere dal fatto che lavoriamo sempre su preventivi chiusi che sono stati a volte a lungo discussi. Su questo tema vorrei spendere due parole.

Dica…
Se si apre la “corsa agli sconti” è veramente la fine dell’avvocatura d’affari in Italia. Lo abbiamo sperimentato nel periodo 2008/2015 e sappiamo tutti quanto le marginalità si sono erose. Forse prima di Lehman erano eccessive; ma adesso non è più così. Se si tratta di “acquistare” con maggiore efficacia i “prodotti” che noi studi legali offriamo chiedendoci di fornire servizi più intelligenti e a maggior valore aggiunto, allora accetto la sfida. Se si tratta invece del “visto il momento, ci faccia lo sconto perché lo fanno tanti suoi colleghi”, io dico: non ci sto.

Sarà una sfida per i prossimi mesi?
Secondo me questa sarà la partita cruciale per la nostra professione nei prossimi mesi (anni?). Altro è il discorso sui tempi di pagamento.

Le richieste di dilazione o riscadenziamento dei pagamenti?
Esatto, se ce lo chiedono, noi rispondiamo. Infondo, siamo un’azienda e la nostra tenuta finanziaria dipende da quella dei nostri assistiti. Ho sempre avuto reazioni franche e positive.

Navighiamo tutti a vista. Uno studio legale come può gestire il momento? Voi cosa state facendo? Che iniziative avete adottato?
Dal 24 febbraio l’ufficio milanese era in smart working volontario, poi il 9 marzo è stato chiuso. La settimana dopo è successo anche per Parigi e Lione. Il 27 marzo abbiamo adottato un piano per rafforzare la nostra situazione finanziaria con la costituzione di un fondo solidaristico al quale abbiamo destinato una frazione di stipendi, compensi ed anticipi soci, con ritenute che vanno dal 5% al 35%, applicando un principio di progressività. Quando non ce ne sarà più bisogno, ad emergenza finita, lo restituiremo ad ognuno di noi.

Fase 2?
Dal 20 aprile abbiamo iniziato la nostra Fase 2 che non vuol dire riaprire gli uffici, ma tornare ad una situazione di…

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