Cartello cartone ondulato, il punto sulla campagna risarcimento di Unilegion: «Già 250 aziende aderenti»
di giuseppe salemme
Prosegue l’iter con cui Unilegion, società specializzata nell’organizzazione di azioni legali collettive, punta a ottenere il risarcimento delle aziende danneggiate dal cartello del cartone ondulato, un’intesa restrittiva della concorrenza accertata prima dall’Agcm (Autorità garante della concorrenza e del mercato) tramite un’istruttoria conclusasi nel luglio 2019; e successivamente confermata da Tar e Consiglio di Stato a inizio 2023.
Accertata la sussistenza del cartello, le aziende italiane che hanno acquistato cartone ondulato per il periodo che va dal 2004 al 2017 possono ora agire in giudizio per ottenere un rimborso del prezzo maggiorato pagato a causa dell’intesa illegale. Da inizio anno Unilegion sta raccogliendo le adesioni delle aziende interessate: «Abbiamo raggiunto il rilevante numero di 250 aziende aderenti, la maggior parte delle quali attive nel settore agroalimentare, notoriamente uno di quelli che utilizza i maggiori volumi di cartone. Ma non solo» spiega Luisa Capitanio, country manager per l’Italia di Unilegion. «Più in generale, tra le migliaia di contatti che abbiamo ricevuto, abbiamo riscontrato una grave mancanza di informazione non solo riguardo allo strumento che offriamo, ma anche rispetto all’intervento dell’antitrust e alle sentenze che hanno accertato l’esistenza del cartello».
Con la fine dell’anno, si chiuderà questa prima fase di “sensibilizzazione” delle aziende potenzialmente interessate a chiedere risarcimento per i danni subiti. Inizierà poi quella di raccolta della documentazione delle aziende aderenti, essenziale per fornire ai giudici che saranno investiti della decisione. Anzi, è già iniziata: «Di circa un centinaio tra le aziende aderenti abbiamo già la documentazione. L’obiettivo è arrivare alla primavera 2025 con l’azione pronta» spiega Capitanio.
Gli avvocati Cerulli Irelli e Manzini: «Ecco come funzionano i risarcimenti»
Ma in cosa consiste l’azione di risarcimento? Ce lo siamo fatti spiegare da Vittorio Cerulli Irelli (partner dello studio Trevisan & Cuonzo) e Nicolò Manzini, gli avvocati che stanno seguendo Unilegion nella procedura relativa al cartello del cartone ondulato.
Inizialmente, era stato previsto di strutturare la causa come azione collettiva litis consortile: cioè un’azione cui le singole aziende ricorrenti avrebbero mantenuto la titolarità del credito e il ruolo di parte nel giudizio, proposto collettivamente e congiuntamente nell’interesse di tutti, con l’organizzazione di Unilegion. Ma a inizio anno è intervenuta un’evoluzione giurisprudenziale importante: «Una serie di decisioni della Cassazione, a partire da Cass. n. 7375 del 19 marzo 2024, hanno sostanzialmente aperto le porte alla possibilità di trasferire, a determinate condizioni, le richieste di risarcimento danni ad un veicolo di risarcimento (come Unilegion) senza che ciò costituisca violazione delle disposizioni del Testo Unico Bancario». Le stesse pronunce, peraltro, saranno importantissime per lo sviluppo in Italia del settore del finanziamento del contenzioso (cd. litigation funding o third party funding).
Grazie a questa importante apertura, i danneggiati dal cartello del cartone ondulato hanno ora la possibilità di cedere direttamente a Unilegion la titolarità delle loro pretese. Questo permette alle aziende di “liberarsi”, anche formalmente, degli oneri della gestione del contenzioso, stabilendo preventivamente, in sede di cessione, la ripartizione dei proventi nel solo caso di successo delle azioni risarcitorie.
Dall’altro lato, poter andare in giudizio direttamente permette a Unilegion di ottimizzare l’organizzazione della causa, facendo leva sul proprio know-how e su un’infrastruttura (anche tecnologica) che, assicurano gli avvocati, può essere un fattore fondamentale in contenziosi così complessi, con centinaia di soggetti danneggiati e milioni di documenti in gioco.
Cosa devono fare le aziende, e i tempi del giudizio
Sul merito della causa, gli avvocati spiegano che «l’onere probatorio che compete agli attori è essenzialmente quello di dimostrare l’acquisto di cartone ondulato nel periodo di riferimento». Più difficile azzardare previsioni sulle tempistiche dell’azione; ma, secondo i legali, ci sarebbero i presupposti per attendersi una sentenza di primo grado nel giro di tre anni.
Nella foto da sinistra: Luisa Capitanio, Vittorio Cerulli Irelli e Nicolò Manzini.