La realtà dell’arbitrato: report dalla decima conferenza annuale della Cam

Oggi, 29 novembre 2019, è stato il giorno della decima conferenza annuale della Cam – Camera Arbitrale di Milano. L’evento, di cui Legalcommunity è media partner, ogni anno mette a confronto oltre 100 professionisti dell’arbitrato, per analizzare lo stato dell’arte dell’istituto e le sue prospettive future.

L’edizione di quest’anno è stata intitolata “Arbitration in wonderland“, ed è stata incentrata sulla necessità di colmare il gap che molto spesso esiste tra aspettative sull’arbitrato e realtà concreta. Al dibattito hanno partecipato come relatori Stefano Azzali (direttore generale, Camera Arbitrale di Milano, Italia), Sébastien Besson (Lévy Kaufmann-Kohler, Svizzera), Susanne Grop-Stadler (Siemens, Germania), Paula Hodges QC (Herbert Smith Freehills, Uk), Cesare Jermini (Bär & Karrer, Svizzera), Luca Radicati di Brozolo (Arblit, Italia), Laurence Shore (BonelliErede, Italia).

Un po’ di numeri: la Camera Arbitrale di Milano negli ultimi 5 anni ha gestito 236 procedimenti internazionali tra arbitrati e mediazioni. È di quasi 7 milioni di euro il valore medio annuo delle controversie arbitrali. In media in 13 mesi si arriva a una decisione. Si ricorre all’arbitrato nel 27,7% dei casi per motivi societari, nel 17% per appalti, nel 9,2% fornitura e nel 7% per vendita o cessione del ramo d’azienda. In Camera Arbitrale di Milano cresce di 10 punti percentuali la presenza di arbitri di sesso femminile nominati dalla stessa Camera passando dal 17,3% del 2015 al 27,5% del 2018.

Presentati durante i lavori della conferenza i risultati di un’indagine svolta dalla Queen Mary University di Londra, insieme alla sua Scuola di Arbitrato Internazionale. Schiaccianti alcuni dati emersi: il 99% degli intervistati, tra arbitri, legali d’azienda e professionisti a livello globale, raccomanda l’arbitrato per risolvere controversie con caratteri di internazionalità. Caratteristiche particolarmente apprezzate sono l’esecutività del lodo, la flessibilità e la possibilità per le parte di scegliere gli arbitri, insieme a riservatezza e imparzialità; meno apprezzate la velocità e il costo. Tra le note dolenti delle procedure arbitrali, prevalgono la mancanza di sanzioni durante il processo e la mancanza di forza cogente verso i terzi.

Sull’ultimo numero di MAG, a questo link, l’intervista al direttore generale della Cam – Camera Arbitrale di Milano, Stefano Azzali.

redazione@lcpublishinggroup.it

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