Bureau Plattner, crescita grazie al gioco di squadra
Crescere in un mercato super competitivo e affollato è quasi una missione impossibile. Eppure, nell’ultimo anno, l’impresa è riuscita a bureau Plattner, lo studio di matrice altoatesina nato nel 2013 dalla fusione tra le boutique Plattner e lo studio Petrucci. Quando le due organizzazioni (la prima basata storicamente a Bolzano, l’altra radicata a Merano) hanno deciso di unire le forze in un progetto nuovo che includesse nel proprio raggio d’azione anche una presenza milanese, è partita un’iniziativa che oggi conta in totale su circa 200 persone e che, solo per parlare dello studio tax & legal, realizza 20 milioni di ricavi l’anno con una crescita che nel 2022 è stata del 33% (si veda il numero 201 di MAG).
MAG ha cercato di capire quali siano i fattori che hanno consentito a bureau Plattner di realizzare questo percorso e soprattutto di riuscire a farsi largo a Milano. «Il primo e forse più strategico di questi fattori, è stato l’aver concentrato la nostra attività su tutto ciò che è cross border – dice Massimo Petrucci responsabile delle sedi di Milano e Merano dello studio –. Praticamente, il 90% della nostra clientela nel capoluogo lombardo è internazionale. E qui, negli anni, abbiamo sviluppato un know how specifico per riuscire a lavorare con questo tipo di interlocutori». Un know how alimentato anche dalla costituzione di desk specifici dedicati, per esempio alla Cina (qui lo studio ha anche un socio, il dottore commericalista Xinxing Ji) e in senso ampio ai mercati asiatici tra cui, grande attenzione, dice Petrucci, sta riscuotendo in questo momento il Giappone.
Un secondo fattore, non meno rilevante, è rappresentato dall’avvio di una decisa campagna di investimenti volti ad aumentare la capacità d’azione integrata e multidisciplinare dell’organizzazione che, attraverso vari “rami d’azienda” si occupa anche di pay roll, contabilità e transfer price.
Lo studio professionale, nello specifico, nasce con un forte connotato tax che, infatti, ancora oggi rappresenta circa il 60% del fatturato dello studio. Ma, a partire dall’apertura della sede milanese, ha deciso di puntare in maniera più decisa sul fronte corporate m&a e litigation che oggi costituiscono rispettivamente circa il 25% e 10% del giro d’affari e ovviamente presentano i più ampi margini di crescita.
Bureau Plattner, infatti, è un progetto in costante divenire. Nell’estate del 2021, ha integrato Pbp Pollio & Associati, realtà attiva nella gestione delle insolvenze e della ristrutturazione aziendale composta da dottori commercialisti e revisori legali che hanno portato in dote una lunga esperienza nella gestione delle procedure e soluzioni negoziate della crisi d’impresa oltre che d’incarichi giudiziari, anche in ambito penale, valutativo, bancario e concorsuale. Alla fine del 2022, poi, lo studio ha inglobato lo studio milanese Jenny.avvocati con cui ha rafforzato il dipartimento di corporate M&A. Mentre, nei giorni scorsi, lo studio ha messo a segno un lateral hire sul versante del contenzioso tax, prendendo in squadra l’avvocato Raffaele Correnti, ex Biscozzi Nobili, che è andato ad allargare la compagine forense dello studio che fa riferimento al socio Filippo Arata,professionista che si è aggregato al gruppo nel 2018, dopo quasi quattro anni nell’allora Lombardi Molinari Segni, per ciò che riguarda il contenzioso.
Tra le operazioni più recenti seguite dallo studio possiamo ricordare la vendita di due progetti eolici da parte di una cordata di imprenditori nordestini agli svizzeri di Bkw; l’assistenza al gruppo Ziegler nell’ambito dell’investimento di Consilium Sgr in Cela; nonché il ruolo di attestatore, con Marcello Pollio, nel corso del concordato preventivo del sugherificio Ganau. Sempre il dipartimento restructuring di Genova, con Marcello Pollio, ha gestito tra l’attestazione del concordato Moby Tirrenia con l’ingresso di MSC. Il fattore umano è il terzo (e non per importanza) acceleratore di crescita su cui bureau Plattner ha investito fin dalla sua fondazione. Lo studio punta molto sulla promozione dei suoi talenti interni ed è impegnato nella valorizzazione dei percorsi di carriera per i più meritevoli. In occasione dell’ultimo giro di nomine, a gennaio di quest’anno, lo studio ha fatto due nuovi equity (Arata, di cui abbiamo già parlato, e Matthias Steiner, specializzato in materia di fiscalità nazionale e internazionale) oltre a sei associate.
Ma l’aspetto peculiare nel modello di gestione delle persone adottato dallo studio è rappresentato dalla volontà di limitare al massimo la concorrenza interna e incentivare, invece, la collaborazione tra team e professionisti. «Per intenderci – prosegue Petrucci – tra i criteri di remunerazione che applichiamo al nostro interno, l’origination ha un peso secondario. Lo facciamo per…
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